AGI - Cosa fa l'Etna quando 'dorme' e la Luna è piena? Gioca con lei, e insieme incantano con 'miraggi' che non sono sfuggiti all'occhio attento della Nasa. A catturare la danza del vulcano più alto d'Europa con il pianeta che illumina le nostre notti sono state due astrofotografe siciliane, Marcella Giulia Pace e Alessia Scarso, e il risultato, giunto dopo ore di attesa, è il "miraggio della Luna a Omega", ovvero il rispecchiarsi della Luna nell'aria condensata dalle calde esalazioni del vulcano, che da una decina di giorni si sta 'sfogando' in spettacolari parossismi.
"Il miraggio - spiega Marcella Giulia Pace all'AGI, la cui foto è pubblicata sul sito dell'agenzia di stampa - è un'illusione ottica. In particolare, il miraggio ad Omega è così definito per la caratteristica forma che assumono il Sole o la Luna nel loro avvicinarsi alla linea dell'orizzonte marino e mentre la attraversano. Si tratta di un cosiddetto miraggio 'inferiore', dello stesso tipo che osserviamo sull'asfalto stradale durante le calde giornate di Sole, generato dallo scambio di temperatura: una persona posta al livello del mare, mentre osserva il Sole che nel tramontare si avvicina alla linea dell'orizzonte marino, vedrà la sua luce attenuarsi e il colore bianco del disco solare virerà verso il giallo, poi verso l'arancione e a volte anche verso il rosso".
Ciò accade perchè "sulla linea dell'orizzonte si intensifica la densità dell'aria ed avviene lo scambio di temperatura tra l'acqua e l'aria. La luce del Sole quindi viene rifratta e l'immagine del lembo inferiore viene ribaltata e rispecchiata sulla linea dell'orizzonte, facendo assumere al Sole la forma della lettera greca maiuscola 'O' (Omega, appunto), da qualcuno definita anche 'Vaso Etrusco'". Si tratta, quindi, di "un fenomeno ottico atmosferico che si osserva soprattutto sull'acqua durante lo scambio di temperatura tra aria e acqua".
"Lo stesso miraggio - prosegue Pace, le cui foto hanno spesso convinto l'Agenzia spaziale americana a pubblicarne gli scatti - si è presentato qui a 3.300 metri slm e sulla Luna. A generarlo, è stata l'esalazione di gas e fumo dell'Etna in attività. La Luna attraversava in diagonale il pendente crinale del cratere di Sud-Est, che nei giorni precedenti aveva dato spettacolo con bellissimi parossismi. Sarebbe tramontata alle 5:30 del mattino e io ed Alessia Scarso, compatibilmente con le restrizioni Covid, siamo state in grado di raggiungere velocemente da Milo la postazione di Fornazzo, in uno spiazzo dove avevamo calcolato che la Luna si sarebbe potuta vedere adagiare sul cratere di Sud-Est.
Abbiamo allestito velocemente la nostra strumentazione, montando un teleobiettivo Sigma 600mm su una Nikon D7100, con l'intenzione di riprendere la Luna 'inzupparsi' nel cratere ancora fumante e ritentare, con diversa strumentazione, l'immagine in cui catturai, qualche anno, il suo 'liquefarsi' mentre si avvicinava ad una fontana di lava. Invece, a sorpresa, si verificò questo miraggio insolito su una Luna alta 15° dall'orizzonte".
L'astrofotografia consente di cogliere, rispettandone la peculiarità di ciascuna specialità, la scienza e il punto di vista soggettivo su quanto accade nella natura. "Si parte sempre - spiega all'AGI Alessia Scarso, autrice di un filmato del 'miraggio' finito nel canale Instagram della Nasa e qui sotto riprodotto - da un momento estatico: la ricerca della contemplazione del momento. Fermarsi, osservare e goderne. In quei momenti si verifica una sorta di triangolazione tra occhio, obiettivo e realtà osservata. Il momento estetico arriva alla verifica del lavoro: lì ti rendi conto di quanto di quello che hai vissuto è stato impresso negli scatti. E' anche il momento in cui arrivano le sorprese, come in questo caso che, orfane di eruzione, abbiamo trovato nelle inquadrature il miraggio sulle pareti del vulcano".
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"Abbiamo fotografato come sempre in totale autonomia l'una dall'altra - racconta - seppur accanto. Quando abbiamo capito di aver catturato questo fenomeno particolare abbiamo verificato i nostri scatti ed erano compatibili per una fusione. Marcella aveva esposto la luna, io avevo esposto il vulcano. La somma delle nostre sequenze si completava perfettamente. Il risultato è un dato scientifico corretto e anche bello. Ecco come si unisce la scienza all'estetica". E si cementa un'amicizia, nelle "notti insonni e nelle lunghe attese", in cui è necessaria "una sostanziosa dose di passione per l'inatteso".