AGI - Gli antichi squali megalodonti potrebbero esser stati lunghi almeno 2 metri alla nascita e potrebbero essere diventati così grandi mangiando uova non schiuse all'interno dell'utero. E' l'ipotesi lanciata da Kenshu Shimada della DePaul University di Chicago e il suo team di ricerca in uno studio pubblicato sulla rivista Historical Biology. I ricercatori hanno esaminato un fossile di Otodus megalodons che è stato recuperato nel 1860 da una roccia di 15 milioni di anni ed è ora ospitato presso il Royal Belgian Institute of Natural Sciences.
Lo studio delle vertebre dello squalo ha permesso loro di stimare le sue dimensioni corporee in varie fasi della sua vita. Le vertebre del megalodonte, così come il tronco di un albero ha anelli di crescita annuali, hanno bande di crescita. Contando questi, Shimada e il suo team suggeriscono che l'esemplare di megalodonte analizzato sia morto a 46 anni.
I risultati suggeriscono che l'animale fosse grande 2 metri già alla nascita. Precedenti studi su Otodus megalodons si sono basati sulle prove dei suoi denti per stimare le dimensioni del corpo. Questo perché i denti sono spesso l'unica parte di uno squalo a fossilizzarsi, poiché il suo scheletro è fatto di cartilagine e non di ossa.
Le grandi dimensioni alla nascita dell'animale suggeriscono che i giovani squali, come molti squali odierni, hanno mangiato uova non schiuse nell'utero per sopravvivere, un fenomeno chiamato cannibalismo intrauterino.
"La conseguenza è che solo pochi cuccioli sopravvivevano e si sviluppavano, ma ognuno di loro poteva diventare di grandi dimensioni alla nascita, il che dava loro un vantaggio come grandi predatori", dice Shimada.