AGI - Avanti con gli anni, ma non anziano. Alto, forse malato e fortemente stressato. E' questo il parziale identikit dell'Uomo di Altamura emerso da uno studio condotto sui denti e sull'apparato di masticazione da un gruppo di ricercatori delle università di Firenze, Pisa e 'La Sapienza' di Roma. I risultati, pubblicati sulla rivista Plos One, approfondiscono la nostra conoscenza del più completo scheletro di Neanderthal mai ritrovato e uno fra i più antichi, risalente a circa 150mila anni fa. Rinvenuto nel 1993 in Puglia, nelle profondità della grotta carsica di Lamalunga in Alta Murgia, è tuttora imprigionato nella roccia a diversi metri di profondità, coperto di incrostazioni calcaree che ne rendono difficile l’osservazione.
Morte di stenti
L’eccezionale reperto, testimonianza di un uomo preistorico precipitato in un pozzo naturale dove morì di stenti, è di fondamentale importanza per i ricercatori. È stato oggetto di un progetto di ricerca finanziato dal Ministero dell'Università e della Ricerca (MUR) e autorizzato dalla competente Soprintendenza Archeologica, che ha permesso una serie di indagini scientifiche condotte negli ultimi anni (2017-2020), i cui risultati iniziano ora a essere pubblicati su riviste internazionali.
Il gruppo di ricerca dello studio appena pubblicato ha condotto una serie di osservazioni e rilevamenti sul posto, calandosi all’interno della grotta.
Un identikit preciso
“Grazie all’ausilio di sonde videoscopiche ad alta risoluzione (che dobbiamo alla collaborazione della Olympus Europa) – spiega Jacopo Moggi Cecchi, tra gli autori dello studio - siamo riusciti a osservare le caratteristiche della dentatura e delle ossa mascellari, ottenendo nuove informazioni sull’età e lo stato di salute e confermando la presenza di caratteri tipici dei Neanderthal”. Aggiunge Giorgio Manzi, altro autore dello studio: “La presenza del terzo molare (il 'dente del giudizio') e il grado di usura masticatoria indicano un individuo adulto, piuttosto avanti negli anni, ma non anziano. L'uomo doveva aver avuto qualche problema di salute; è stata infatti osservata la perdita di due denti prima della morte: uno lo aveva perso da diversi anni, l'altro in tempi successivi. È una delle rare volte nelle quali si osservano queste circostanze in un Neanderthal: “Abbiamo anche effettuato una radiografia dei denti anteriori, utilizzando per la prima volta a questo scopo un apparecchio a raggi X portatile KaVo NOMAD Pro 2. In questo modo abbiamo così individuato una lesione nell’osso, alla base di un incisivo, che potrebbe essere dovuta a una forte stress non riconducibile all’alimentazione”.
L'attesa per l'estrazione delle ossa
Tutto suggerisce insomma che lo stile di vita di quest’uomo del Paleolitico medio fosse già molto complesso. Nuove acquisizioni su questo straordinario reperto potranno essere raggiunte con la pubblicazione delle altre ricerche in corso. Inoltre, molto di più è atteso con lo studio approfondito del reperto in laboratorio, quando saranno superate le difficili e insolite condizioni nelle quali i ricercatori devono ora operare all’interno della grotta, ossia quando sarà possibile estrarre le ossa di questo formidabile reperto dalle profondità del sistema carsico.