AGI – I numerosi incendi boschivi e l’alterazione dell’habitat causati dalle attività antropiche hanno stressato il sistema immunitario di moltissime specie in Australia, tanto da mettere a rischio la sopravvivenza degli iconici koala, che potrebbero estinguersi prima del 2050.
A rivelarlo uno studio, pubblicato sulla rivista Plos One, condotto dagli esperti dell’Università del Queensland, che hanno analizzato i dati raccolti in 29 anni nel New South Wales (NSW), lo stato orientale dell’isola.
“Le popolazioni di koala – spiega Edward Narayan dell’Università del Queensland – sono diminuite costantemente principalmente a causa di malattie come la clamidia, una delle condizioni più comuni e la principale ragione per cui vengono ricoverati nei centri di cura. Incendi boschivi e distruzione del loro habitat hanno reso gli animali più suscettibili alle malattie”.
Tre gruppi di salvataggio
Il team ha osservato tre gruppi di salvataggio della fauna selvatica, Port Stephens Koalas, Port Macquarie Koala Hospital e Friends of the Koala con sede a Lismore, considerando i dati raccolti dal 1989 al 2018, relativi a 12.543 esemplari salvati.
“Qualsiasi disturbo all'habitat di un animale attiva la risposta fisiologica allo stress – continua l’esperto – e se i fattori che hanno causato lo stress non cessano di esistere, l’eccessiva produzione di ormoni chiamati glucocorticoidi può compromettere il sistema immunitario”.
Gli autori premono per rafforzare la gestione sul campo, i regimi di controllo degli incendi boschivi, la pianificazione ambientale e le azioni politiche governative che dovrebbero ridurre in parte i fattori di stress ambientale e gravare meno sul sistema immunitario degli animali.
Vulnerabili all'estinzione
“I koala – osserva lo scienziato – vengono considerati come vulnerabili all’estinzione dall’Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN) e dal Comitato scientifico delle specie minacciate del governo australiano, ma potrebbero presto essere ritenuti a rischio. I nostri dati evidenziano che uno dei motivi di ricovero più comuni era la manifestazione della clamidia”.
I risultati del trattamento sembrano essere efficaci il più delle volte, tanto che la maggior parte degli esemplari considerati viene rimessa in libertà, ma circa il 17,44 percento risulta sottoposto a eutanasia.
“I tassi di rilascio sono diminuiti nel tempo – riporta Narayan – abbiamo scoperto che l'età dell’animale può influenzare la prognosi e la possibilità di recupero, mentre non sono state riscontrate differenze di genere significative. Le tendenze a lungo termine dipingono un quadro di un costante declino delle popolazioni. La nostra speranza è che questo studio possa contribuire a sensibilizzare sull’importanza di massimizzare gli sforzi volti ad affrontare la situazione”.
L’esperto sottolinea che è comunque promettente notare che la maggior parte dei salvataggi, spesso intrapresi da gruppi di comunità e volontari, hanno portato alla riabilitazione e al rilascio di koala nell'ambiente.
“Data l'entità delle perdite dovute agli incendi – conclude Narayan – che, secondo le stime del NSW ammontano a più di cinquemila esemplari, la popolazione dei koala australiani potrebbe estinguersi prima del 2050”.