AGI - A determinare la grande e affascinante varietà di toni delle farfalle potrebbero essere gli esemplari femminili, che tendono a prediligere i maschi dai colori più accesi e variopinti, per cui il motore trainante della colorazione degli insetti sarebbe la selezione sessuale.
Questo è quanto emerge da uno studio, pubblicato sulla rivista Evolution Letters, condotto dagli esperti dell’Università di Stoccolma, della Lund University, della British Columbia University e dell’Università di Marbur, che hanno indagato sulle spinte evolutive che hanno condotto le farfalle ad assumere le caratteristiche e peculiari tonalità.
“In molte specie di uccelli e farfalle – afferma Dirk Zeuss dell'Università di Marburg – i maschi tendono a essere più colorati delle femmine, si tratta di un fenomeno chiamato dimorfismo sessuale, ma gli esemplari più appariscenti possono anche essere più vulnerabili agli attacchi dei predatori.
Charles Darwin aveva teorizzato l’ipotesi della selezione sessuale, per cui ciò dipende dal tentativo di attrarre una compagna e facilitare la riproduzione. Alfred Russel Wallace, contemporaneo del naturalista inglese, sosteneva invece che la selezione naturale potesse originare fenomeni come il dimorfismo, per cui le femmine si sarebbero evolute per essere meno vulnerabili ai predatori”.
Il team ha cercato di dirimere l’annosa questione, sviluppando mezzi statistici per inferire gli stati cromatici ancestrali di maschi e femmine nel tempo evolutivo e verificare il cambiamento nelle tonalità delle ali di queste specie.
“Abbiamo ricostruito le relazioni tra le farfalle europee – commenta l’esperto – per poi scansionare i disegni delle specie e utilizzare le informazioni per stimare la direzione dell'evoluzione del colore della farfalla per ciascun genere”.
“Il monitoraggio dei vettori cromatici evolutivi nel tempo – aggiunge Wouter van der Bijl della British Columbia University – ha permesso di quantificare il contributo maschile e femminile al dimorfismo. I tassi di evoluzione del colore nei maschi sono più veloci rispetto alle femmine”.
Gli autori precisano che, sebbene questa scoperta suggerisca che i maschi potrebbero essere l'obiettivo della selezione sessuale, saranno necessarie ulteriori analisi per escludere spiegazioni alternative.
“Il nostro lavoro dimostra che le alterazioni cromatiche del genere maschile sono due volte più importanti a livello evolutivo rispetto a quelli delle femmine – osserva Zeuss – il che implica che Darwin potrebbe aver avuto ragione. La selezione sessuale potrebbe essere la forza trainante nell'evoluzione del colore, non quella naturale”.