AGI - Cosa succede esattamente quando si canta o si suona uno strumento a fiato? In tempi “ordinari” la domanda avrebbe interessato una ristretta platea di addetti ai lavori. Ma ora, in tempi di Covid-19, cioè appunto “non ordinari”, riguarda tutto il mondo della musica, di qualsiasi genere, perché l’emissione di droplet necessita di adeguate misure di sicurezza: distanziamento, barriere, aerazione e tutto ciò che possa limitare efficacemente un possibile contagio.
Non potendo ovviamente usare la mascherina, in particolare durante l’attività degli strumenti a fiato, a quale distanza minima devono stare gli strumentisti e i cantanti? Per quanto tempo permane nell’ambiente l’aerosol? Ci sono differenze di rischio nell’emissione di fiato tra un clarinetto, un flauto, una voce che canta?
Per rispondere in modo scientifico a dubbi che riguardano la salute dei musicisti e del pubblico di tutto il mondo, e per fornire dati indispensabili a istituire fondati protocolli di sicurezza, nasce a Parma un progetto di ricerca a cura dell’Università di Parma e del Conservatorio di Musica “Arrigo Boito” di Parma, realizzato con il patrocinio dell’AEC –Association Européenne des Conservatoires, Académies de Musique et Musikhochschulen e con il contributo personale di Andrea Chiesi, già presidente del Conservatorio. Il progetto è stato presentato in conferenza stampa questa mattina nell’Aula magna dell’Università.
In questa fase ancora emergenziale, dovuta alla pandemia da virus SARS-CoV-2, la raccolta di dati scientifici attraverso la misura diretta dell’emissione di droplet appare quanto mai urgente, poiché rappresenta il solo modo per fornire risposte precise e per impostare azioni efficaci di mitigazione del rischio che l’emissione di droplet comporta.
Lo studio si basa su una convenzione di collaborazione scientifica tra l’Università e il Conservatorio, ed è condotto mediante sofisticate tecniche d’analisi dai gruppi di ricerca coordinati dai docenti Ruggero Bettini (Dipartimento di Scienze degli Alimenti e del Farmaco) e Sandro Longo (Dipartimento di Ingegneria e Architettura).
In particolare, il progetto riguarda lo studio sistematico della propagazione dell’aerosol di goccioline di saliva da parte della voce cantata, sia maschile sia femminile, e dei principali strumenti a fiato delle famiglie dei legni e degli ottoni. Lo studio si baserà sulle performance di cantanti e di alcuni strumentisti messi a disposizione dal Conservatorio di Parma.
L’obiettivo è quello di ottenere un quadro, possibilmente esaustivo, della situazione che si crea durante una performance musicale, di valutare il rischio associato a quest’ultima in differenti situazioni ambientali, e di analizzare l’impatto di possibili misure di mitigazione. Il progetto, che attualmente si trova nella fase di messa a punto del piano sperimentale, sarà realizzato in tempi molto stretti, in modo da poter giungere nell’arco di poche settimane a conclusioni basate su solide evidenze scientifiche che permettano di fornire le risposte che il mondo della musica attende con urgenza.