AGI - Gli italiani sono i più propensi in Europa a considerare la human augmentation. Lo rivela uno studio commissionato dall’azienda russa di cybersecurity Kaspersky, che ha voluto indagare il modo in cui vengono percepite le innovazioni tecnologiche che potrebbero costituire un miglioramento tecnologico delle prestazioni del corpo umano. Dopo la realtà aumentata, che grazie a smartphone e smartwatch è stata protagonista dell'innovazione dell'ultimo decennio, i mercati guardano con rinnovato interesse alla “biologia aumentata”, che va dagli impianti medici digitali progettati per ridurre le disabilità fino a vere e proprie soluzioni capaci di aumentare la forza, la resistenza e i processi cognitivi del corpo umano.
Così anche la sicurezza informatica, che diventerà ancora più centrale di fronte al rischio dell'insorgere di un mercato nero di protesi bioniche e di prodotti non certificati, come ha evidenziato il direttore del Global Research and Analysis Team per l’Europe di Kaspersky, Marco Preuss, intervenuto durante il convegno Kaspersky NEXT 2020: “Abbiamo già assistito al proliferare di copie economiche e poco affidabili dei gadget più costosi e tecnologici” ha puntualizzato Preuss: “Ma quando parliamo di tecnologie medicali parliamo anche di impianti che entrano nel nostro corpo e per i quali occorrono regolamentazioni stringenti”.
La ricerca commissionata da Kaspersky ha rilevato che il 92% delle persone intervistate cambierebbe un aspetto del proprio fisico se potesse, mentre quasi due terzi (63%) prenderebbe in considerazione la possibilità di potenziare il proprio corpo con la tecnologia per migliorarlo in modo permanente o temporaneo.
Lo studio condotto su 14.500 utenti in 16 paesi in Europa e Nord Africa ha rilevato che gli italiani sono i più propensi a considerare la human augmentation (81%) mentre gli inglesi sono i meno convinti con solo il 33% di intervistati che si è dimostrato interessato. Alcune delle persone intervistate ha addirittura espresso il desiderio di collegare lo smartphone al proprio corpo.
Nello stesso convegno è intervenuto anche Zoltan Istvan, fondatore del Partito transumanista statunitense, che proprio nella promozione dell'essere umano 2.0 ha fondato la sua agenda: "Dobbiamo immaginare l'upgrade della specie umana come un passo evolutivo", ha commentato: "L'umanità aumentata non dovrebbe essere vista come una questione di mercato, la sua portata innovativa è equiparabile a quella del primo uomo sulla Luna".