AGI – L’origine dei denti potrebbe risalire a più di 400 milioni di anni fa, quando dei pesci corazzati iniziarono a sviluppare delle mascelle in grado di eseguire la masticazione. Questo il risultato di uno studio, pubblicato sulla rivista Science e condotto dagli esperti dell’Università di Uppsala, in Svezia, della Charles University, in Repubblica Ceca, del Museo di Storia Naturale di Londra, del Museo Nazionale di Praga e dell’European Synchrotron Radiation Facility (ESRF), uno dei più importanti sincrotroni attualmente in funzione nel mondo, che i ricercatori hanno utilizzato per analizzare i fossili di alcuni pesci rinvenuti nelle zone limitrofe a Praga più di cento anni fa.
“Gli esseri umani – spiega Valéria Vaškaninová dell'Università di Uppsala – insieme a tutte le altre 60mila specie di vertebrati dotati di mascella, come squali, pesci ossei, anfibi, rettili, uccelli e mammiferi, discendono dal momento evolutivo in cui la struttura mascellare è emersa”. L’analisi ha rivelato delle caratteristiche sorprendentemente simili alle strutture moderne. “I denti negli attuali vertebrati dotati di mascella – continua l’esperta – presentano delle conformazioni ricorrenti, anche se poi ogni specie ha le sue peculiarità. Nei pesci ossei e negli animali terrestri, ad esempio, i denti sono sempre attaccati alle ossa della mascella, mentre negli squali non è così. Questa differenziazione solleva diverse domande sull’origine e sull’evoluzione dei denti”.
Gli scienziati affermano che la maggior parte degli studi si è concentrata su esemplari fossili vissuti tra 430 e 360 milioni di anni fa, gli Artrodiri, gli unici vertebrati dotati di denti in quel periodo, seppur con caratteristiche molto differenti rispetto alle strutture osservabili oggi. “Ci siamo chiesti se le strutture dentali che osserviamo oggi siano davvero l’evoluzione di quelle degli Artrodiri o un caso di omoplasia – prosegue Vaškaninová – per questo abbiamo analizzato i fossili di Acanthothoraci, una specie più antica ma i cui resti sono spesso incompleti”. Gli esemplari analizzati dal team sono stati rinvenuti a Praga all’inizio del secolo scorso, che sono stati scansionati grazie all’ESRF.
“I risultati sono stati davvero interessanti – commenta Per Ahlberg, collega e coautore di Vaškaninová – e indicano che la dentatura di queste specie era attaccata alle ossa, come nei vertebrati moderni, ma i denti più vecchi non venivano persi, bensì si spostavano verso l’esterno della dentatura, come negli squali”. Gli scienziati spiegano che queste evidenze dimostrano una graduale transizione di forma e potrebbero essere la prova che i denti come li consideriamo oggi sono il risultato di una recente evoluzione degli elementi dentinali sulla pelle.
“Questi risultati – concludono gli esperti – modificano la nostra comprensione dell'origine dei denti. Anche se gli Acanthothoraci sono tra i più antichi vertebrati mascellati, i loro denti sono in qualche modo più simili alle dentature moderne che a quelle degli Artrodiri, suggerendo un percorso evolutivo complesso e remoto”.