AGI - È maschio ultraottantene di colore e di condizione disagiata il paziente che rischia maggiormente di morire per effetto del Covid-19. E’ l’identikit che emerge dai dati raccolti in Gran Bretagna da un maxistudio che ha esaminato i fattori di rischio che aumentano la mortalità per Covid-19. Lo studio è basato sull'analisi dei dati sanitari pseudonimizzati completi di 17 milioni di adulti in Inghilterra, ed è stato pubblicato sulla rivista Nature.
La ricerca fornisce informazioni dettagliate sulla dimensione del rischio associato a varie condizioni mediche preesistenti, come il diabete e l'obesità. Coerentemente con il lavoro precedente, indica anche un maggiore rischio di morte per COVID-19 per uomini, anziani e persone con maggiore privazione.
“Anche i neri e gli asiatici - si legge in una nota di sintesi del rapporto - erano a maggior rischio di morte; tuttavia, contrariamente alle precedenti speculazioni, questo aumento del rischio era attribuibile solo parzialmente a fattori di rischio clinici preesistenti”.
Ben Goldacre dell’Università di Oxford e Liam Smeeth del London School of Hygiene and Tropical Medicine hanno sviluppato OpenSAFELY, una piattaforma di analisi sicura che incorpora dati pseudonimizzati per il 40% di tutti i pazienti del Servizio sanitario nazionale in Inghilterra. Tra le cartelle cliniche elettroniche di 17.278.392 adulti, ci sono stati 10.926 decessi dentro e fuori l'ospedale che erano collegati a COVID-19.
"I fattori sociali hanno un ruolo"
In linea con studi precedenti, “gli uomini - riportano i ricercatori - avevano un rischio maggiore (1,59 volte superiore) di morte per COVID-19 rispetto alle donne, e si è scoperto che anche l'età era un fattore di rischio - le persone di età pari o superiore a 80 anni avevano un 20 volte - aumento del rischio rispetto ai 50-59 anni, ad esempio. I neri e i sud asiatici, e quelli di origine mista, avevano 1,62-1,88 volte più probabilità di morire con COVID-19 rispetto ai bianchi, dopo aver tenuto conto delle loro precedenti condizioni mediche. Le persone più svantaggiate della coorte avevano una probabilità 1,8 volte superiore rispetto alle meno private a morire con COVID-19; i fattori clinici hanno fornito solo un piccolo contributo a questo rischio, suggerendo che i fattori sociali hanno un ruolo. Condizioni mediche preesistenti - tra cui obesità (in particolare un BMI superiore a 40), diabete, asma grave e malattie respiratorie, cardiache, epatiche, neurologiche e autoimmuni croniche - sono state tutte associate ad un aumentato rischio di morte correlata al COVID-19”.
Gli autori notano che i loro effetti riportati non devono necessariamente essere interpretati come causali. Il fumo e l'ipertensione avevano entrambi una leggera associazione negativa con il rischio, ad esempio, ma gli autori suggeriscono che questo potrebbe essere il risultato di interazioni con altri fattori clinici e notano che sono necessari ulteriori studi per comprendere meglio queste relazioni.