AGI - Per la prima volta è stato sviluppato un tessuto in grado di riprodurre le proprietà delle tele dei ragni. Il risultato è descritto sulla rivista Communication Biology raggiunto in Giappone dagli esperti del RIKEN Center for Sustainable Resource Science (CSRS), che hanno utilizzato dei batteri fotosintetici per realizzare un materiale molto simile alla seta prodotta dai ragni.
“Sebbene possano essere utilizzate per produrre una serie di materiali utili – spiega Keiji Numata del CSRS – le proteine della seta sono abbastanza difficili da ottenere, perché gli aracnidi ne producono una piccolissima quantità. Le sostanze delle tele sono però resistenti e leggere, biodegradabili e biocompatibili”. Il ricercatore spera che questo studio possa gettare nuova luce nella produzione di materiali all’interno di bio-fabbriche fotosintetiche.
“La seta di ragno – aggiunge Choon Pin Foong del CSRS, prima firma dell’articolo – potrebbe essere utilizzata nella produzione di materiali ad alte prestazioni, durevoli e leggeri, come abbigliamento antistrappo, componenti per automobili o destinati all’industria aerospaziale”.
Gli autori sostengono che l’allevamento di ragni può essere complicato, per cui hanno deciso di sfruttare l’azione del batterio fotosintetico marino Rhodovulum sulfidophilum. “Questo batterio – affermano gli scienziati – è ideale per creare una bio-fabbrica sostenibile perché cresce nell'acqua di mare, richiede anidride carbonica e azoto atmosferici e utilizza energia solare, tutte fonti abbondanti e rinnovabili. R. sulfidophilum, se trattato adeguatamente, produce proteine della seta, con fibre molto simili a quelle tipiche dei ragni”.
I ricercatori affermano che nei prossimi studi l’obiettivo sarà quello di implementare la produzione della seta, magari aggiungendo qualche proprietà. “Le fabbriche di cellule microbiche fotosintetiche – conclude Numata – producono materiali a base biologica e biodegradabili attraverso un bio-processo a emissioni zero. Questo potrebbe aiutarci a raggiungere alcuni degli Obiettivi di sviluppo sostenibile adottati dalle Nazioni Unite. Speriamo che il nostro lavoro possa fornire una nuova prospettiva per guardare alla realizzazione di prodotti naturali”.