AGI - Si chiama Aguada Fénix, è la più antica e più grande struttura monumentale della civiltà Maya e si trova nel sottosuolo di Tabasco, in Messico. Questa la scoperta riportata sulla rivista Nature dagli archeologi dell’Università dell’Arizona, che hanno raccolto dati con un sondaggio aereo utilizzando il metodo Light Detection and Ranging o Laser Imaging Detection and Ranging (LIDAR), un telerilevamento laser che riproduce una mappa 3D della superficie sottostante.
"Abbiamo sempre pensato che la popolazione Maya si fosse evoluta gradualmente, con piccoli villaggi emersi durante il periodo pre-classico medio, dal 1.000 al 350 a.C., ma il nostro studio ribalta questo modello", dichiara Takeshi Inomata della School of Anthropology presso l’Università dell’Arizona. Il sito, secondo i ricercatori, sarebbe costituito da una piattaforma elevata che misura 1.413 metri da nord a sud e 399 metri da est a ovest, con nove strade rialzate che si estendono dalla piattaforma.
“Grazie alla datazione al radiocarbonio, abbiamo stabilito che la piattaforma risale al periodo tra il 1.000 e l’800 a.C., il che la rende la più antica struttura monumentale della civiltà Maya trovata finora”, prosegue il ricercatore, aggiungendo che Aguada Fénix presenta diversi elementi di discontinuità rispetto alle strutture rinvenute in altri siti del Messico. “Il metodo LIDAR permette di determinare la distanza di un oggetto o di una superficie utilizzando un aereo o un drone che sorvolano l’area di interesse e scansionano la zona grazie a impulsi laser, in modo che i segnali di rimbalzo generano quella che viene considerata una nuvola di dati, che viene poi elaborata al computer in un modello che riproduca il terreno”, continua Inomata, precisando che questa tecnica consente di realizzare una specie di mappa topografica della superficie, distinguendo elementi antropici da strutture geologiche.
“Le immagini LIDAR ricostruite dopo un singolo volo aereo possono fornire più informazioni di quante potrebbero derivare da decenni di indagini archeologiche convenzionali. Sono stati necessari solo tre anni per mappare la struttura di Aguada Fénix, un decimo del tempo che avremmo impiegato con l’archeologia tradizionale”, commenta ancora Inomata. “Speriamo che il nostro lavoro possa gettare nuova luce sulle funzioni dell’architettura pubblica della civiltà Maya e aprire la strada a ulteriori studi”, conclude il ricercatore.