Gli esseri umani moderni potrebbero aver vissuto in Europa circa duemila anni prima di quanto si ritenesse in precedenza, convivendo per un periodo considerevole con i Neanderthal. Questo è quanto emerge da due studi correlati, pubblicati sulle riviste Nature Ecology & Evolution e Nature, condotti entrambi da ricercatori del Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology di Lipsia, in Germania.
Gli scienziati hanno analizzato i resti ritrovati nella grotta di Bacho Kiro, a nord della Bulgaria, che sembrerebbero confermare la presenza dell'Homo Sapiens già 46mila anni fa, circa duemila anni prima di quanto dedotto grazie ai fossili rinvenuti in Italia e in Regno Unito. "I Neanderthal in questo periodo popolavano l'Europa e l'Eurasia in piccoli gruppi, e si pensava che fossero spariti poi con l'avvento degli umani moderni. Questi nuovi studi potrebbero fornirci utili informazioni sulla natura del contatto tra i due gruppi e forse sulle ragioni dell'estinzione dei Neanderthal", afferma Helen Fewlass, del Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology.
"Abbiamo identificato un dente e quattro frammenti ossei, che in base alle caratteristiche anatomiche appartenevano senza dubbio a un Homo sapiens. Abbiamo anche recuperato il DNA da questi resti, verificando la loro appartenenza alla specie più moderna", aggiunge Jean-Jacques Hublin, del Max Planck Institute for Evolutionary Anthropology e autore dello studio pubblicato su Nature. "Si tratta di uno studio rivoluzionario, che colloca la presenza di Homo sapiens in un momento inaspettato, diversi millenni prima della scomparsa del Neanderthal", commenta Chris Stringer del Museo di storia naturale di Londra.
Alcuni resti, con manufatti in pietra e ciondoli, secondo i ricercatori sarebbero simili agli oggetti rinvenuti in siti occupati da Neanderthal perché i Sapiens avrebbero interagito sufficientemente con l'altro gruppo da influenzarne il comportamento. "Si tratta di un'ipotesi certamente plausibile, anche se pare che i Neanderthal realizzassero questo tipo di oggetti molto prima di questo periodo", precisa Stringer.
"Se i Neanderthal vivevano in gruppi dispersi relativamente esigui, come emerge dalle prove genetiche, potrebbe non esserci il bisogno di rintracciare meccanismi o simbolismi sociali complessi", dichiara Matt Pope, dell'Istituto di Archeologia presso l'University College di Londra.
"Questi ritrovamenti sono stati datati duemila anni prima dei piu' antichi resti provenienti da Italia e Regno Unito, che però sono stati datati utilizzando gli strati di terreno in cui giacevano, mentre le nostre ricerche si basano sulla datazione delle ossa stesse", sostengono gli autori, aggiungendo che i resti in Bulgaria sembrano suggerire che Neanderthal e Homo Sapiens si sovrapposero per circa cinquemila anni. "Ad ogni modo, non ci fu una scomparsa improvvisa di Neanderthal in Europa, e stanno emergendo sempre piu' prove di una convivenza duratura tra le due specie".