L'area cerebrale chiamata "claustro" potrebbe essere la struttura del cervello in cui nasce la coscienza, dove si riuniscono i sensi e viene controllata l'attenzione. Lo ha scoperto in uno studio sui topi un gruppo di ricercatori del RIKEN Center for Brain Science (CBS), in Giappione. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Nature Neuroscience.
"La scelta di indagare sul claustro è dovuta a un evento fortuito. Nel nostro laboratorio studiamo infatti il senso dell'olfatto e il rilevamento dei feromoni, quando ci siamo imbattuti in alcuni topi geneticamente modificati che presentavano delle cellule cerebrali specifiche localizzate nel solo claustro", spiega Yoshihiro Yoshihara, direttore del CBS.
"Abbiamo pertanto mappato input e output del claustro, una zona centro di una complessa rete cerebrale, che comprende le aree coinvolte nell'elaborazione cognitiva", aggiunge Kimiya Narikiyo, coautrice e collega di Yoshihara. "Raggiunge essenzialmente tutte le aree cerebrali superiori e tutti i tipi di neuroni, il che lo rende un potenziale orchestratore di attività a livello cerebrale", proseguono i ricercatori, spiegando che il loro studio si è basato sulla manipolazione optogenetica, un insieme di tecniche che nel loro complesso consentono di rendere una qualsiasi cellula nervosa responsiva agli stimoli luminosi.
"Abbiamo osservato gli stadi del sonno a onde lente, quelle che favoriscono l'omeostasi delle sinapsi nel cervello e consolidano i ricordi del precedente periodo di veglia e il claustro sembra essere fondamentale per questa attività a onde lente. Quando abbiamo manipolato i neuroni del claustro abbiamo infatti notato una riduzione significativa delle onde lente nella corteccia frontale", afferma ancora Yoshihara, ipotizzando che durante la fase attiva la stessa area possa essere responsabile della "conservazione" di memorie a lungo termine.
"Il claustro sembra essere il coordinatore delle onde cerebrali lente, trovo davvero eccitante il fatto che stiamo comprendendo sempre di più riguardo le aree specifiche del cervello", conclude il ricercatore.