In Portogallo sono state rinvenute le prove che i Neanderthal si nutrivano di pesce, cozze, foche. Lo suggerisce lo studio pubblicato sulla rivista Science e condotto dai ricercatori dell'Università di Barcellona, in Spagna, i quali sostengono che i nostri antenati facessero affidamento sulle risorse di cibo provenienti dal mare tanto quanto l'uomo moderno. "Per decenni si è ritenuto che la capacità di raccogliere alimenti dai bacini idrici fosse prerogativa della nostra specie moderna, ma non è così", affermano i ricercatori.
Il team ha studiato i campioni rinvenuti nella grotta Figueira Brava, vicino a Setubal, in Portogallo, dove sono stati trovati i resti dei pasti dei Neanderthal consumati tra i 106 e gli 86mila anni fa. "Circa la metà delle risorse alimentari dei nostri antenati era costituita da cibi provenienti dal mare, come cozze, granchi, pesci, ma anche squali, anguille e orate, delfini e foche. L'altra metà della loro dieta si basava su carni provenienti dalla terra, come cervi, capre, cavalli, auri (antichi bovini selvatici) e tartarughe", dichiara Joao Zilhao dell'Università di Barcellona.
"Alcune ricerche precedenti hanno ipotizzato che i frutti di mare e gli acidi grassi di cui sono ricchi potrebbero aver contribuito all'evoluzione cerebrale, stimolando lo sviluppo cognitivo e causando un periodo caratterizzato da una marcata creatività che ha interessato le popolazioni umane in Africa circa 200mila anni fa", aggiunge l'esperto. "Zilhao e colleghi sostengono di aver rintracciato degli scarti, e si tratta di un'affermazione audace, perché finora si pensava che questi cumuli di conchiglie avessero un ruolo monumentale o sepolcrale.
Ad ogni modo lo studio potrebbe dimostrare che i Neanderthal tenessero un comportamento sistematico e organizzato, dalla raccolta all'elaborazione fino allo scarto", commenta Matthew Pope, dell'Istituto di archeologia della University of London.