Anche i nostri parenti animali più prossimi, i primati e le grandi scimmie, rischiano di contrarre il Covid-19 e dobbiamo proteggerli. Questo è quanto affermano gli esperti di conservazione dell'Università John Moores di Liverpool, nel Regno Unito, in un articolo pubblicato su Nature, in cui si sottolinea la necessità di adottare nuove misure per fare in modo che gorilla, scimpanzé e oranghi non siano esposti alla minaccia del nuovo coronavirus.
"La perdita dell'habitat e il bracconaggio rappresentano dei fattori di pericolo per la sopravvivenza delle grandi scimmie, ma anche i virus sono una fonte di preoccupazione", sostiene Serge Wich dell'Università John Moores.
"La situazione attuale richiede la massima cautela. Non sappiamo quale potrebbe essere l'effetto del virus sui primati, e per questo motivo è importante cercare di evitare che possano contrarre il Covid-19", prosegue il ricercatore, aggiungendo che le misure da adottare potrebbero comprendere la riduzione del turismo, cosa che è già in atto in diversi paesi, e la massima cautela con i programmi di reintroduzione e con la ricerca.
"Studi precedenti hanno dimostrato che gli scimpanzé possono contrarre il comune virus del raffreddore, mentre si ritiene che l'Ebola abbia causato la morte di migliaia di scimpanzé e gorilla in Africa. Si rende necessaria una valutazione dettagliata di tutti i progetti che coinvolgono gli habitat delle grandi scimmie per valutare e scongiurare i rischi", dichiara ancora Wich, sottolineando il pericolo di estinzione che molte specie potrebbero correre.
"Attualmente ad esempio esistono meno di 800 esemplari di orango di Tapanuli allo stato brado, e la diffusione del virus in una di queste comunità potrebbe davvero compromettere la sopravvivenza della specie", conclude il ricercatore.