Un nuovo materiale "a prova di squalo". È quello che ha creato un gruppo di ricercatori della Flinders University, nel Sud dell'Australia, con lo scopo di usarlo per realizzare mute super-resistenti per proteggere i surfisti dai denti dello squalo. I ricercatori hanno testato due diversi tipi di tessuto che combinavano fibre molto resistenti ma leggere confrontandolo con il materiale in neoprene utilizzato per le mute umide. I nuovi materiali sono risultati più resistenti ai morsi di una normale muta, anche più resistenti al morso di un grande squalo bianco.
"I nostri risultati hanno dimostrato che entrambi i tessuti testati possono fornire una certa protezione contro il morso di squalo e potrebbero essere utilizzati come parte di una strategia di mitigazione del morso di squalo", dichiara Charlie Huveneers, che ha guidato il gruppo di ricerca. Il team ha affermato che i nuovi progressi tecnologici nel tessuto hanno permesso lo sviluppo di materiali leggeri alternativi resistenti che possono essere incorporati nelle mute tradizionali. Per creare i nuovi materiali hanno utilizzato fibre di polietilene ad altissimo peso molecolare e neoprene. Per valutare la resistenza di nuovi materiali i ricercatori hanno misurato la forza dei morsi di uno squalo su materiali di prova avvolti attorno a piastre d'acciaio che contengono sensori. Hanno anche testato il materiale in laboratorio tagliando, lacerando e perforando il tessuto in schiuma.
"È stata richiesta maggiore forza per perforare i nuovi tessuti rispetto ai tessuti di controllo e i tagli effettuati sui nuovi tessuti erano più piccoli e meno profondi rispetto a quelli sul neoprene standard usato nei test di laboratorio e sul campo", riferisce Huveneers. Nonostante questi risultati positivi, per i ricercatori sono necessari ulteriori test, in particolare su un design completo della muta realizzato con i nuovi materiali. Le prove dovrebbero quindi essere condotte sul potenziale danno alla carne umana sotto la muta prima di poter raccomandare che il materiale venga usato nelle mute umide.
"Sebbene questi tessuti possano ridurre la perdita di sangue derivante da un morso di squalo, sono necessarie ulteriori ricerche per misurare l'entità del danno sulla carne umana", conclude Huveneers. Lo scopo che si sono prefissati gli scienziati è importante, soprattutto alla luce dei numerosi attacchi di squalo. Secondo l'International Shark Attack File ci sono stati 66 attacchi di squalo non provocati nel 2018 su 130 incidenti segnalati. Di questi 5 sono stati fatali. Un rapporto precedente ha rilevato che il numero di attacchi di squalo è raddoppiato in alcune parti del mondo negli ultimi 20 anni. Gli scienziati hanno affermato che il rischio di attacchi di squalo è ancora "basso" e che le probabilità cambiano a seconda della posizione geografica.