Il Dipartimento di Scienze dell’antichità della Sapienza ha partecipato al ritrovamento di uno scheletro quasi completo di elefante preistorico, insieme a strumenti d’osso, schegge di pietra e a numerose impronte nel terreno. I resti, rinvenuti nel sito archeologico di Schöningen in Germania, risalgono a 300.000 anni fa e forniscono un nuovo scenario per il nord Europa del tempo
Quando gli elefanti (preistorici) popolavano il Nord Europa
A Schöningen, in Germania, un team di ricercatori, guidato dall’italiano Jordi Serangeli e da Nicholas Conard, dell’Università di Tübingen e del Dipartimento di Scienze dell’antichità della Sapienza, ha ritrovato uno scheletro quasi intero di elefante insieme a resti di strumenti litici utilizzati probabilmente per cibarsene
Gli animali camminavano lungo la riva dell’antico lago e le loro zampe sono affondate nel fango lasciando delle orme ben visibili. Grazie all'eccezionale stato di conservazione del materiale organico, nelle impronte sono stati trovati alcuni frammenti di legno
I ricercatori hanno escluso che si trattasse di un mammut, ma bensì di un Palaeoloxodon antiquus, un tipo di elefante con le zanne dritte, identificato anche in molti siti in Italia, confermando che la specie non fosse diffusa solo in ambienti caldi, ma anche molto più a nord.
L'animale morì 300 mila anni fa, probabilmente per cause natural. Le analisi archeozoologiche hanno confermato che si tratta dello scheletro di un elefante anziano, forse di una femmina, alto più di 3 metri e pesante quasi sette tonnellate, con zanne lunghe oltre due metri. L’esemplare antico era più grande di un elefante africano dei nostri giorni