Pochi chicchi macinati grossolanamente e senza troppa precisione. È la formula indicata dal team di Jamie Foster dell'Università di Portsmouth (Usa), che ha studiato la chiave per un caffè più economico, omogeneo e corposo. La ricerca, pubblicata sulla rivista Matter, parte dalla formulazione di una teoria matematica che descrive la proporzione dei singoli chicchi di caffè che formano il "fondo" che si trova nelle nostre bibite.
"Per risolvere le equazioni riguardo le variabili di un fondo di caffè sarebbe necessario un esercito di supercomputer, quindi dovevamo trovare un modo per semplificare le equazioni", spiega Foster. "La parte più complessa dal punto di vista matematico consisteva nel realizzare sistematicamente queste semplificazioni, in modo tale da non perdere nessuno dei dettagli importanti. La saggezza convenzionale - continua - è che per ottenere una tazza di caffè più forte, bisognerebbe macinare il caffè in maniera più fine". Analizzando i dati, tuttavia, i ricercatori hanno scoperto che il caffè risultava più corposo quando i chicchi erano macinati più grossolanamente.
"I chicchi meno fini rendono più efficiente l'estrazione della miscela. Gli spazi tra le particelle restano abbastanza consistenti perché l'acqua possa insinuarsi e impreziosirsi di aroma", sottolinea Foster. Non solo, la macinazione meno precisa sarebbe molto più rispettosa nei confronti dell'ambiente, perché richiede meno quantità di materia prima, i chicchi, ma assicura un risultato più che soddisfacente. La nuova formula è stata testata per un anno in una piccola caffetteria degli Stati Uniti, che ha riferito di aver risparmiato migliaia di dollari. Secondo il team, il ridimensionamento a livello nazionale potrebbe far risparmiare oltre 1 miliardo di dollari all'intero mercato del caffè negli Stati Uniti.