Prevedere i tornado si può, lo afferma una ricerca della Oklahoma State University coordinata dal dott. Brian Elbing. A suggerire agli scienziati dove e quando un tornado potrebbe colpire sarebbero dei suoni emessi dagli stessi mentre si stanno formando in seguito ad una tempesta. Sono rumori sottili, quasi impercettibili, ma che se tradotti potrebbero letteralmente salvare vite umane.
Quello che finora si è capito è che i parametri da seguire sono tre: “Oscillazioni di base nel tornado, rilassamento della pressione ed effetti di calore latente. - ha affermato al Guardian il dott. Elbing - Quello che abbiamo visto è che il segnale si verifica prima che il tornado tocchi il suolo, continua dopo che tocca il suolo e poi scompare qualche tempo dopo che il tornado ha lasciato il suolo”.
Sono decenni che questo sibilo prodotto dai tornado è stato scoperto, tenuto sotto controllo, ma mai fino ad oggi era stato possibile estrapolarlo e studiarlo. Il sistema prevede un microfono in grado di captare suoni a bassa frequenza sigillati all'interno di una cupola che presenta quattro aperture ognuna delle quali è collegata a un tubo. Tre di queste cupole sono disposte in un triangolo equilatero, a 60 metri di distanza l'una dall'altra. Il team afferma che la configurazione consente loro di filtrare i suoni dal vento normale e capire in quale direzione sta viaggiando il tornado, contemporaneamente il segnale stesso offre la possibilità di capire le dimensioni del tornado: una frequenza di 1Hz indica un tornado molto grande, mentre un 10Hz ne indica uno piccolo. Una previsione che anticiperebbe anche le segnalazioni dei radar, cosa chiaramente di importantissima rilevanza.
Nel loro ultimo lavoro Elbing e colleghi hanno riportato un caso in Oklahoma in cui sono stati in grado di raccogliere indizi audio otto minuti prima della formazione del tornado, con un segnale chiaro rilevato quattro minuti prima che colpisse il suolo. “Se conosciamo la firma acustica di un tornado, - prosegue a spiegare Elbing - è realistico aspettarsi di rilevare un tornado da oltre 100 miglia”. “Uno studio davvero intrigante”, commenta il dottor Harold Brooks, un esperto di tornado presso la National Oceanic and Atmospher Administration degli Stati Uniti, anche se ammette “molte domande, restano ancora senza risposta”.