L'inizio della scuola si avvicina e se da giorni famiglie e studenti si stanno preparando al suono della prima campanella, non bisogna dimenticare che si entrerà senza problemi solo ad una condizione: essere vaccinati. La cosiddetta legge Lorenzin, approvata nel 2017, prevede dieci vaccini obbligatori per far entrare a scuola gli studenti da 0 a 16 anni, pena la non iscrizione per i bambini fino ai 6 anni e il pagamento di multe per i genitori degli alunni dai 6 anni in poi.
Sembrerebbe essersi arenato, infatti, in commissione Sanità al Senato il disegno di legge sull'"obbligo flessibile" che era stato presentato il 7 agosto 2018 e stabiliva l'obbligo di vaccinazione per l'iscrizione a scuola solo in caso di emergenze sanitarie o di un significativo scostamento dagli obiettivi di copertura fissati.
Secondo la legge, attualmente in vigore, restano obbligatori i vaccini: anti-poliomelitica; anti-difterica; anti-tetanica; anti-epatite B; anti-pertosse; anti Haemophilusinfluenzae tipo B; anti-morbillo; anti-rosolia; anti-parotite; anti-varicella. Di conseguenza, i bambini fino a 6 anni che non hanno effettuato le 10 vaccinazioni non potranno entrare a scuola, mentre per tutti gli altri sono previste multe per i genitori da 100 a 500 euro.
L'anagrafe vaccinale
Da quest'anno, però, gli oneri a carico delle famiglie si sono alleggeriti grazie al funzionamento a regime dell'Anagrafe vaccinale. I genitori, per il primo anno, non hanno dovuto presentare alle scuole i certificati di avvenuta vaccinazione entro il 10 luglio, grazie alla comunicazione telematica tra Asl e istituti. "Un grosso passo avanti", secondo Antonello Giannelli, presidente nazionale Anp (Associazione nazionale presidi), nell'applicazione del decreto Lorenzin, "anche se ci sono voluti due anni".
Il ministero della Salute ha spiegato che le situazioni irregolari sono già state comunicate dalle Aziende sanitarie alle istituzioni scolastiche che provvederanno a richiedere i documenti eventualmente mancanti ai genitori. Questi ultimi hanno avuto a loro volta dieci giorni di tempo (dal 10 luglio 2019, ndr) per portarli a scuola, in caso contrario scatteranno le sanzioni previste dalla legge. "Tutte le Regioni - precisa il ministero - hanno avviato da aprile la trasmissione dei dati, tranne le Province autonome di Trento e Bolzano che saranno presto a regime".
I dati sui vaccini (e l'emergenza morbillo)
Secondo i dati del 2018, elaborati sul fronte vaccini dalla direzione generale della prevenzione sanitaria del ministero della Salute, la situazione vaccinale in Italia è migliorata. Rispetto al 2017 sono cresciute le coperture dei bambini e degli adolescenti. Nella maggior parte delle Regioni la copertura a 24 mesi contro la polio (usata come indicatore per le vaccinazioni contenute nell'esavalente) supera la soglia minima raccomandata dall'Organizzazione mondiale della sanità, pari al 95%, e due Regioni (Valle d'Aosta e provincia autonoma di Trento) sono prossime all'obiettivo.
Restano, tuttavia, quattro Regioni (Friuli Venezia Giulia, Marche, Sicilia e Veneto) con una copertura sotto la soglia e la provincia autonoma di Bolzano con una copertura dell'83,33%, ancora ben lontana dal target.
Continua però a destare preoccupazione il mancato raggiungimento dell'obiettivo del 95% per la vaccinazione contro morbillo-parotite-rosolia, in tutte le fasce d'età considerate, nonostante il trend in aumento registrato. Soprattutto dopo l'allarme lanciato dall'Oms, lo scorso 15 luglio, secondo cui oltre 20 milioni di bambini nel mondo, più di uno su 10, non sono protetti dai vaccini salvavita contro morbillo, difterite e tetano.
I dati resi noti dal ministero della Salute rilevano che la copertura per la prima dose di vaccino contro il morbillo arriva solo al 93,22% (con un +1,38% rispetto all'anno precedente) a fronte del 95% necessario per eliminare la malattia, mentre la provincia autonoma di Bolzano ha una copertura inferiore al 90%.
In aumento anche le coperture per le vaccinazioni anti-pneumococcica (+0,73%: 91,63% nel 2018 rispetto al 90,90% nel 2017) e anti-meningococcica C (+2,29%: 84,93% nel 2018 rispetto all'82,64% nel 2017) così come quelle a 36 mesi (relative ai bambini nati nell'anno 2015) e a 48 mesi (bambini nati nel 2014), rilevate per verificare le attività di recupero nei bimbi inadempienti: l'anti-polio passa dal 93,33% (dato a 24 mesi rilevato al 31 dicembre 2016) al 96,01% e l'anti-morbillo dall'87,26% al 94,93%, con un guadagno rispettivamente del +2,68% e del +7,67%. Per le coorti di nascita successive si registrano recuperi di copertura, anche se non si raggiunge l'obiettivo del 95%.
Riguardo alle vaccinazioni in età pre-scolare, generalmente somministrate a 5-6 anni (bambini nati nell'anno 2011), si registra un +2,01% per la quarta dose di anti-polio (90,71% nel 2018 rispetto all'88,69% nel 2017) e un +3,47% per la seconda dose (ciclo completo) di anti-morbillo (89,20% nel 2018 rispetto all'85,74% nel 2017).
Mentre per quelle eseguite entro gli 8 anni (bambini nati nel 2010) c'è un recupero: per fare un esempio, la copertura nei confronti della polio (quarta dose) guadagna un +3,49% arrivando al 92,18% e quella contro il morbillo (seconda dose) un +4,27% raggiungendo il 90,01% (rispetto al dato registrato al 31 dicembre 2017 nella stessa coorte). Infine, anche per le vaccinazioni effettuate nell'adolescenza (sedicenni, coorte 2002 e diciottenni, coorte 2000) si conferma un leggero miglioramento nelle coperture.