Il mondo è pieno di 'fake science'. Centinaia di migliaia di scienziati in tutto il mondo hanno pubblicato studi su riviste che si autodefiniscono scientifiche e che non compiono i controlli di accuratezza e qualità indispendabili in questi casi.
Decine di giornalisti dei media in Europa, Asia e Stati Uniti hanno analizzato 175.000 articoli scientifici pubblicati da cinque delle più grandi piattaforme pseudo-scientifiche del mondo, tra cui l'indiana Publishing Group o la turca World Academy of Science, Engineering and Technology (Waset).
Errori in malafede
Oltre a non far rivedere gli articoli ad altri esperti o redattori della riviste, si fanno pagare per pubblicarli e accettano ricerche firmate da dipendenti di aziende farmaceutiche, ma addirittura anche 'studi' sul cambiamento climatico che promuovono discutibili teorie.
A realizzare l'inchiesta è stato un pool internazionale di giornalisti investigativi (composto da redattori di New Yorker, Le Monde, Indian Express e dell'agenzia coreana Newstapa) che ha scoperto, ad esempio, che alcuni editori inviano email mirate a quegli scienziati che devono pubblicare il maggior numero possibile di articoli per ottenere promozioni e arricchire il loro curriculum.
Sebbene l'esistenza di queste riviste pseudo-scientifiche su Internet non sia nuova e siano state messe in guardia sia le università ch ei centri di ricerca, la loro rapida crescita è impressionante: il numero di pubblicazioni è triplicati dal 2013 gli scienziati coinvolti sono circa 400 mila scienziati
L'allarme dei Nobel
Secondo Ferid Murad, vincitore nel 1998 del Nobel per la Medicina, è in giovco la credibilità della scienza. Randy Schekman, un biologo statunitense che è stato tra i vincitori del premio Nobel nel 2013, si è detto sconvolto per il fatto che ci siano scienziati disposti a pubblicare su tali riviste. "Questo genere di cose deve essere fermato", ha detto Robert Huber di Monaco, che ha ricevuto il Nobel nel 1988. "Se c'è un sistema e chi vi partecipa non è semplicemente tratto in inganno, ma ne approfitta, deve essere fermato ", ha detto Stefan Hell, premio Nobel per la chimica.
Queste pubblicazioni contribuiscono alla produzione e alla diffusione della "fake science" perché non rispettano gli standard di base del controllo di qualità. Solo in Germania, oltre 5.000 scienziati - compresi quelli che percepiscono finanziamenti pubblici - hanno pubblicato i loro articoli su queste riviste.
Gli editori sotto accusa hanno sostenuto che un gruppo di scienziati è incaricato di verificare l'accuratezza dei documenti, ma l'inchiesta ha mostrato che gli articoli sono stati pubblicati entro pochi giorni dall'invio senza alcun controllo.
In un caso, un articolo del Journal of Integrative Oncology affermava che uno studio clinico aveva mostrato che l'estratto di propoli era più efficace della chemioterapia nel trattamento del cancro del colon-retto. Lo studio era fasullo e gli autori erano affiliati a un centro di ricerca che non esiste, ha riferito Le Monde. L'articolo è stato cancellato non appena i giornalisti hanno cominciato a fare domande, ma una versione archiviata è ancora disponibile online.
Omics, che ha pubblicato la rivista in questione, afferma di aver pubblicato oltre 1 milione di articoli ed è attualmente oggetto di indagine da parte della Federal Trade Commission degli Stati Uniti per presunte dichiarazioni fraudolente, riporta l'Indian Express. Un portavoce ha negato qualsiasi illecito e ha difeso l'integrità delle pubblicazioni. Peccato però che alcuni dei giornalisti coinvolti nell'inchiesta siano riusciti a pubblicare studi totalmente infondati e a partecipare a conferenze scientifiche.