“Perdi i tuoi sogni e perderai la tua mente”, non è solo una frase di una canzone dei Rolling Stones, ma esattamente ciò che ci potrebbe succedere se smettessimo di sognare. I fattori che contribuisco a bloccare i nostri sogni sono molti, spiega Rubin Naiman, psicologo dell’Università dell’Arizona, nel suo studio ‘Dreamless: the silent epidemic of REM sleep loss’. Ad incidere sono lo stile di vita, l’insonnia, l’uso di alcune sostanze come alcool e droga, ma anche il fatto che non si è ben consapevoli di quanto i sogni siano importanti per la nostra salute fisica e psicologica.
“Pensiamo troppo poco ai sogni che facciamo”
Siamo troppo spesso portati a pensare poco ai sogni che facciamo, “in pochi - spiega Naiman - si sforzano di ricordare i propri sogni da svegli e ancora di meno sono le persone che pensano che i sogni possano avere una qualche importanza nella vita reale”.
“I sogni sono un mix di magia, scienza e mistero”
Per Neiman, inoltre, i sogni sono un insieme di magia, scienza e mistero e la loro mancanza determina una maggiore inclinazione ad essere irritabili, depressi, ad aumentare di peso e ad avere allucinazioni. Senza i sogni - sempre secondo lo studio di Naiman - potremmo perdere la razionalità, la nostra memoria tende a diminuire e potrebbero alterarsi alcune funzioni del nostro sistema immunitario. Questi sono effetti conosciuti fin dagli anni ’60: quando alcuni ricercatori fecero degli esperimenti, privando alcuni soggetti della parte di sonno Rem, e scoprirono una serie di effetti collaterali negativi.
Sveglie, alcool e droga: i nemici dei sogni
Le sveglie sono nemiche dei sogni, osserva Naiman, perché il loro trillo è come se li “scacciasse”: "Immagina - dice lo psicologo - di essere improvvisamente portato fuori da un cinema quando il film si si avvicina alla sua conclusione". Stesso discorso vale per alcool e cannabis, non sono escluse dalla ‘lista nera’ di ‘Naiman nemmeno le pillole per dormire che aumentano il sonno leggero a scapito di quello più profondo e di qualità. Non sono degli alleati nemmeno le luci artificiali degli schermi dei computer, tablet e smartphone, così come le luci della città.
“Nessuno ci spinge a capire l’importanza dei sogni”
Ciò che Naiman non dice, ma che si rileva comunque dal suo studio, è che è difficile salvaguardare quella parte di sonno che ci permette di sognare, “per i sogni non esistono incentivi sociali o finanziari”. Per la maggior parte di noi, il sonno non fa parte della lista delle priorità. E riuscire a dormire ogni notte dalle sette alle nove ore non rientra tra le attività alla moda da raccomandare per il nostro benessere. Questo potrebbe essere dovuto al fatto che il sonno non è una forma di benessere ‘monetizzabile’, su di esso non guadagna nessuna azienda. Quindi sempre di più capita che siamo attenti a tante attività che ci sembrano utili per il nostro benessere e non ci concentriamo sul sonno. “In realtà - sottolinea ancora una volta Naiman - dobbiamo capire che mettere i nostri corpi nelle condizioni di sognare è un grande regalo che facciamo al nostro corpo e alla nostra mente”.