Il pesce fa bene anche ai bambini. Una ricerca pubblicata sulla rivista del PAI – Pediatric Allergy and Immunology – rivela anzi che mangiare il pesce in tenera età diminuisce l’incidenza di rinite allergica. Lo studio, condotto da un team di ricercatori svedesi guidato dalla dottoressa Emma Goksör dell’università di Goteborg, ha cercato di individuare i fattori di rischio e quelli che invece combattono l’insorgere del raffreddore da allergia.
Vivere con gli animali è un toccasana
La ricerca ha preso in considerazione la coorte di bambini nati nella Svezia occidentale nel 2003. Da allora 8.176 bambini sono stati tenuti sotto osservazione attraverso interviste condotte ai loro genitori (per un totale di 5.654 famiglie) in diversi momenti, al compimento dei sei mesi e di uno, quattro, otto e dodici anni.
L’analisi dei risultati ha mostrato che il 22% dei bambini, all’età di dodici anni, soffre di rinite. Ma la percentuale di insorgenza della patologia era più bassa tra chi, nel primo anno di vita, aveva mangiato pesce almeno una volta al mese. Già in passato alcuni studi avevano preso in considerazione l’ipotesi che a intervenire sulla ricorrenza della malattia potessero essere fattori di alimentazione e ambientali. Il recente studio lo conferma, e rivela anche che a intervenire sulla salute è il luogo in cui si abita. Vivere a contatto con animali da fattoria nei primi anni di vita, infatti, diminuisce la probabilità di soffrire di rinite. Mucche, cavalli, maiali, galline, capre e pecore: a far bene, a quanto pare, non sono soltanto gli animali da compagnia tradizionali.
Il parere dello specialista
Già alcuni anni fa Emma Goksör aveva annunciato i risultati parziali del suo studio: “Molti genitori ritardano l’introduzione del pesce nella dieta dei bambini per evitare il rifiuto di un alimento che ha molti vantaggi – aveva spiegato in un’intervista a fine 2010 -, ma così facendo sbagliano”. Il motivo è presto spiegato: “I grassi che assumiamo determinano la qualità della risposta immunitaria agli allergeni, e gli acidi grassi del pesce agiscono in maniera positiva”, aveva assicurato Goksör.
“Nel pesce il merito è degli omega 3” spiega ad Agi Marco Nuara, pediatra dell’Humanitas San Pio X di Milano dove si occupa di allergologia. “Tecnicamente sono immunomodulanti, in altre parole sono grassi che aiutano il sistema immunitario”. Ma quindi anche i bambini più piccoli possono mangiare il pesce senza problemi? “Sì, in particolare quelli bianchi e azzurri. Meglio se sono di piccola taglia, e quindi più giovani, per una questione di esposizione all’inquinamento del mare. Più sono piccoli meno rischiano di aver contratto tossicità nelle acque”.
Via libera, dunque. Anche ai crostacei: “Sono alimenti che statisticamente possono dare più allergie, è vero, ma va detto che è stato verificato come non vi sia alcun vantaggio nel ritardare l’inserimento di questi alimenti nelle diete dei bambini”. Anche alimenti come latticini, uova, soia e grano portano con sé una certa carica di allergeni, ma dopo i sei mesi possono essere tranquillamente essere somministrati ai figli.
In campagna è meglio
A proposito delle condizioni di vita di campagna che farebbero diminuire le possibilità di incorrere in allergie, il dottor Nuara spiega che “il bambino che vive in ambiente meno pulito è più soggetto a stimoli di tipo infettivo. In questo modo il sistema immunitario viene “distratto”, cioè tenuto occupato da altri stimoli”. Una situazione che impedisce l’attivazione del sistema immunitario in senso allergico. In altre parole, il contatto con la terra e gli animali “espone a potenziali patogeni che tengono impegnato il sistema immunitario”.