AGI - Sono stati mappati gli effetti a lungo termine delle esperienze di morte indotte dal consumo di ayahuasca. È quanto si evince da due studi condotti da ricercatori provenienti da Israele, Stati Uniti, Brasile e Spagna, pubblicati sulla rivista Frontiers in Psychiatry. L’ayahuasca, in quechua aya-wasca, letteralmente “liana degli spiriti” o “liana dei morti”, è un decotto psichedelico a base di diverse piante amazzoniche in grado di indurre un effetto visionario. I ricercatori hanno analizzato gli studi sulle esperienze auto-riferite relative alla sensazione di morte derivata dall’uso di ayahuasca e hanno rilevato che più della metà dei partecipanti ha riferito di aver provato questo genere di esperienze, classificandole come esperienze forti e mutevoli e, associandole a un maggiore senso di trascendenza della morte e alla certezza della continuazione della coscienza dopo la morte.
Nonostante l’emergente comprensione del ruolo centrale delle esperienze soggettive che si verificano durante gli stati psichedelici acuti, molto poco è stato fatto per caratterizzare meglio tali sperimentazioni e determinare il loro impatto a lungo termine. Per colmare questa lacuna, con il sostegno della Fondazione BIAL, Aviva Berkovich-Ohana, e Yair Dor-Ziderman, dell’Università di Haifa, hanno guidato un’équipe internazionale che ha esaminato, per la prima volta, le caratteristiche e gli esiti delle esperienze passate auto-riportate relative al senso soggettivo di morte avvenute durante i riti cerimoniali basati sul consumo di ayahuasca, definite APD.
Lo studio 1, che ha incluso 54 partecipanti, riporta la prevalenza, i dati demografici, l’intensità e l’impatto delle APD sull’atteggiamento verso la morte, esplora la possibile relazione tra APD e psicopatologia e il loro impatto sulle preoccupazioni ambientali auto-riferite. Lo studio 2, invece, ha incluso una popolazione più ampia e diversificata di 306 consumatori di ayahuasca, con l’obiettivo di generalizzare i risultati di base ottenuti nello studio 1 riguardo all’esperienza di APD, oltre a cercare di capire se gli APD sono associati alle strategie di coping e ai valori di vita auto-riferiti. I ricercatori non hanno trovato associazioni tra l’aver subito esperienze di APD e i dati demografici, il tipo di personalità e la psicopatologia dei partecipanti. Tuttavia, le APD sono state associate a una maggiore preoccupazione per l’ambiente. È stato inoltre dimostrato che queste esperienze hanno un impatto profondo sulla vita. Le APD sono risultate associate a un aumento della capacità di affrontare i problemi di vita che causano disagio e del senso di realizzazione nella vita. “I risultati dello studio evidenziano la prevalenza, la sicurezza e la potenza delle esperienze di morte che si verificano durante il consumo di ayahuasca, suggerendo la possibilità di effetti salutari a lungo termine indotti dagli psichedelici in popolazioni non cliniche”, ha commentato il ricercatore principale, Jonathan David.