AGI - È allarme morbillo nel Regno Unito, dove servizi sanitari stanno combattendo un’epidemia che ha precedenti nel lontano 2017, quando la malattia era stata debellata. Il 19 gennaio, l’UKHSA, l’Agenzia per la sicurezza sanitaria del Regno Unito, ha dichiarato lo stata di allerta nazionale per l’aumento dei casi di morbillo. L’agenzia ha registrato un’impennata dei casi in Inghilterra dal primo ottobre 2023, contandone più di 300. La principale causa del ritorno della malattia va rinvenuta nel calo di vaccinazioni MMR, contro morbillo, parotite e rosolia, registrato durante la pandemia COVID-19; ciò ha favorito la diffusione della malattia in Inghilterra e nel resto d’Europa, mentre si sono verificati piccoli focolai in una manciata di stati americani. Il morbillo scaturisce da un virus ed è altamente contagioso. Si diffonde attraverso tosse e starnuti. I sintomi includono febbre, naso che cola e un’eruzione cutanea pruriginosa di macchie di colore rosso e marrone.
“È considerata una delle infezioni respiratorie più contagiose che esistano”, ha affermato Helen Bedford, dell’University College di Londra. I soggetti più a rischio sono i neonati, i bambini piccoli, le persone in gravidanza e coloro che hanno un sistema immunitario indebolito. Secondo quanto riportato su Nature da un gruppo di ricercatori, la scarsa diffusione del vaccino contro il morbillo è una delle ragioni principali dei numerosi casi di morbillo nel Regno Unito. Secondo i dati dell’NHS, il Servizio Sanitario Nazionale, circa l’85% dei bambini in Inghilterra ha ricevuto due dosi di vaccino MMR entro i cinque anni di età. Questo dato è allarmante in quanto rivela che il tasso di vaccinazione non è minimamente sufficiente, con una percentuale inferiore del 95%, per raggiungere “l’immunità di gregge”, che, secondo le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, riduce in modo sostanziale la diffusione della malattia. “È preoccupante ma non del tutto sorprendente vedere un’altra epidemia di morbillo nel Regno Unito”, ha dichiarato Ronny Cheung, pediatra dell’Evelina London Children’s Hospital in una dichiarazione rilasciata al Science Media Centre britannico. “Resta il fatto che la copertura vaccinale per i bambini di età inferiore ai 5 anni è ora la più bassa mai registrata negli ultimi 10 anni”, ha aggiunto Cheung. “La pandemia COVID-19 ha peggiorato le cose”, ha detto Bedford.
In un primo momento, il numero di casi di morbillo è diminuito a causa delle misure di dissuasione sociale. Ma, anche la diffusione del vaccino è diminuita, contribuendo all’ultima impennata. “Inoltre, le campagne anti-vaccini durante la pandemia ha fatto sì che alcune persone mettessero in dubbio la sicurezza del vaccino, il che potrebbe averne ritardato l’adozione - ha spiegato Bedford -. Le persone hanno più domande che, purtroppo a causa dei tagli ai fondi per la sanità pubblica, non sempre vengono affrontate in modo adeguato”. Il 22 gennaio, il Servizio sanitario nazionale ha lanciato una campagna di vaccinazione, esortando milioni di genitori e assistenti a prenotare gli appuntamenti per i vaccini dei loro figli. I servizi sanitari si stanno occupando di contattare tutti i genitori di bambini non vaccinati di età compresa tra i 6 e gli 11 anni. “Se i genitori e i giovani risponderanno positivamente alle informazioni e al messaggio di vaccinarsi, potremo fermare l’epidemia”, ha osservato Bedford. I tassi di vaccinazione sono più bassi a Londra, dove solo il 74% dei bambini ha ricevuto due dosi di vaccino. Due dosi sono efficaci al 97% contro il morbillo. Un consiglio locale della capitale ha lanciato una campagna di sensibilizzazione sul vaccino in più lingue per raggiungere un maggior numero di persone.
"Se non interveniamo per tempo l’epidemia potrebbe diffondersi maggiormente nel Regno Unito e causare decessi”, ha avvertito Bedford. Nel 2018, in Inghilterra si è verificata un’epidemia di morbillo di circa 900 casi. L’anno precedente, l’OMS aveva dichiarato che il Regno Unito aveva eliminato del tutto la malattia. In risposta all’epidemia, il Public Health England, predecessore della UKHSA, aveva consigliato alle persone di sottoporsi al vaccino MMR. “L’unica cosa che si può fare per fermare la diffusione del morbillo è vaccinarsi - ha sottolineato Bedford -. Questo significa recuperare le persone che non l’hanno fatto, comprese chi non l’hanno fatto 20 anni fa”. Dal 1° dicembre sono stati confermati 23 casi di morbillo negli Stati Uniti, in Georgia, Missouri, New Jersey e Pennsylvania. Molti di questi sono stati collegati a viaggiatori internazionali di ritorno nel Paese e, secondo un bollettino inviato dai Centri statunitensi per le malattie e il controllo e la prevenzione il 25 gennaio, sono lo specchio di un aumento globale del numero di casi di morbillo. L’anno scorso sono stati segnalati 58 casi negli Stati Uniti, in calo rispetto ai 121 del 2022. Si tratta di un numero molto inferiore rispetto alle oltre 1.200 infezioni statunitensi del 2019. Ma, l’Europa sta affrontando una situazione più preoccupante: nella regione europea i casi di morbillo sono aumentati di 45 volte dal 2022 al 2023. Nel 2023, i 40 Stati membri hanno riportato circa 42.200 casi di morbillo, rispetto ai meno di 1.000 del 2022. L’aumento dei casi è anche il risultato del calo dei tassi di vaccinazione nazionali che, secondo quanto rilevato dall’OMS, sono scesi dal 92%, in media, nel 2019 al 91% nel 2022. Un rapporto dell’OMS pubblicato lo scorso novembre ha registrato che a livello globale il numero di casi di morbillo è aumentato del 18% tra il 2021 e il 2022 e i decessi per morbillo hanno subito un’accelerazione del 43%.