AGI - Le sigarette elettroniche sembrano avere una maggiore efficacia nell’aiutare i fumatori a smettere, rispetto alla vareniclina, un farmaco che agisce a livello cerebrale in modo simile alla nicotina ed è in grado di ridurre il desiderio di sigarette e ad altri prodotti per smettere di fumare, come le gomme da masticare alla nicotina. È quanto emerge da una ricerca internazionale, pubblicata su JAMA Internal Medicine.
I risultati sono stati ottenuti grazie ad uno studio clinico randomizzato che ha coinvolto 1.068 fumatori. Le sigarette elettroniche sono risultate efficaci quanto la vareniclina e più efficaci delle gomme da masticare alla nicotina nella lotta al fumo. Secondo le stime, in Italia su dieci fumatori che provano a smettere, uno lo fa utilizzando le sigarette elettroniche: una proporzione fino a tre volte maggiore rispetto a qualunque altro metodo disponibile.
Uno studio revisionale, curato nel 2016 da un gruppo di ricercatori della Cochrane Collaboration, che ha preso in considerazione due studi che avevano coinvolto un totale di 662 persone, ha rilevato che l’utilizzo di sigarette elettroniche a base di nicotina, rispetto a un placebo, sigarette elettroniche senza nicotina, è efficace per smettere di fumare per un periodo di tempo compreso tra i 6 e i 12 mesi. Tuttavia, gli autori della revisione hanno rilevato che, nel complesso, solo un numero ridotto di persone è effettivamente riuscito a smettere in modo definitivo.
Un’altra revisione, pubblicata nel 2017 sulla rivista Current Opinion in Pulmonary Medicine, che ha preso in considerazione quattro studi clinici, invece, ha messo in evidenza come l’utilizzo delle sigarette elettroniche come strumento utile a smettere di fumare non porti risultati migliori di un placebo o delle terapie sostitutive a base di nicotina. Tuttavia, anche se non esistono prove che la riduzione del numero di sigarette tradizionali fumate al giorno porti a degli effetti positivi sulla salute, alcuni fumatori riferiscono che le sigarette elettroniche permettono loro almeno di raggiungere questo risultato.
Ma, anche in questo caso le evidenze disponibili non sono sufficienti per poter trarre conclusioni definitive. Una discussione sull’utilizzo di questi dispositivi per smettere di fumare non può, però, prescindere dal considerare eventuali effetti avversi associati. Un’analisi che ha preso in esame 12 marche ha individuato la presenza di svariate sostanze chimiche tossiche nei dispositivi elettronici, inclusi composti carbonilici, composti organici volatili, nitrosammine cancerogene e metalli pesanti.
Tuttavia, anche se non sono attualmente note soglie di pericolosità, nel vapore emesso dalla sigaretta elettronica la presenza di questi composti è risultata da 9 a 450 volte minore rispetto al fumo di sigaretta tradizionale. Anche se la maggior parte della comunità scientifica concorda nel ritenere che le sigarette elettroniche siano meno dannose di quelle tradizionali, è importante tenere in considerazione che vi sono altri possibili effetti collaterali acuti legati all’utilizzo delle sigarette elettroniche, che possono verificarsi a causa del glicole propilenico e del glicerolo contenuti nel liquido, i quali possono provocare irritazioni degli occhi e del tratto respiratorio.
Gli effetti a lungo termine, invece, saranno noti solo tra qualche anno. Un recente aggiornamento dell’Organizzazione Mondiale della Sanità sottolinea che il tabacco è dannoso per la salute in ogni sua forma e non ci sono prove che le sigarette elettroniche siano meno pericolose di quelle tradizionali. L’OMS invita gli Stati a considerare le sigarette elettroniche alla stregua degli altri prodotti per tabagisti, sottoponendoli dunque alla stessa attività regolatoria e di controllo.