AGI - I gravi rischi e i costi elevati delle terapie contro la malattia di Alzheimer a base di anticorpi monoclonali potrebbero risultare superiori ai potenziali benefici dei trattamenti. A questo scoraggiante risultato giunge uno studio, pubblicato sulla rivista The Annals of Family Medicine, condotto dagli scienziati dell'Universita' della Georgia. Il team, guidato da Mark H. Ebell, ha eseguito una meta-analisi di lavori precedenti, valutando l'uso di anticorpi monoclonali anti-amiloide (MAB) in pazienti con demenza di Alzheimer e deterioramento cognitivo. Gli autori hanno preso in considerazione ricerche e sperimentazioni che avevano reclutato partecipanti adulti, seguiti per un periodo di follow-up di almeno un anno. Sono state identificate 19 pubblicazioni che esaminavano gli effetti di 8 diversi MAB, per un totale complessivo di 23.202 individui.
Stando a quanto emerge da questo lavoro, i risultati non mostravano prove quantitative di miglioramento delle condizioni cognitive o funzionali dei pazienti. Al contrario, gli articoli sembravano riportare danni statisticamente significativi, con un rischio notevole di conseguenze pericolose per la salute, come edema cerebrale, emorragia, eventi avversi gravi e decesso. Allo stesso tempo, commentano gli scienziati, i farmaci avevano un costo compreso tra 26.500 e 28.200 dollari all'anno, una cifra proibitiva per una cura cosi' importante. Queste informazioni, spiegano gli esperti, evidenziano che i MAB potrebbero non fornire rimedi efficaci per i pazienti con malattia di Alzheimer. Sebbene gli esperimenti di laboratorio sembravano supportare l'utilizzo di anticorpi monoclonali per le terapie destinate ai pazienti con deterioramento cognitivo, la probabilita' di eventi avversi e gli elevati costi, unitamente alle prove della loro scarsa efficacia, suggeriscono che questa strategia potrebbe non portare ai risultati sperati.