AGI - Gli inibitori della fosfodiesterasi di tipo 5 (PDE5i), presenti nei farmaci per la disfunzione erettile, se assunti in combinazione con le sostanze antianginose, o nitrati, che contrastano il dolore al petto, sembrano associati a un aumento del rischio di decesso. Questo, in estrema sintesi, è quanto emerge da uno studio, pubblicato sul Journal of American College of Cardiology, condotto dagli scienziati del Karolinska Institutet di Stoccolma.
Il team, guidato da Daniel Peter Andersson, ha utilizzato il set di dati nazionale e il registro dei pazienti svedesi per comprendere gli effetti dell’utilizzo combinato delle due tipologie di farmaci. I PDE5i, spiegano gli esperti, si trovano in commercio come farmaci per contrastare la diffusione erettile, e sono meglio noti come Viagra, Levitra e Cialis, tra gli altri. I principi attivi antianginosi, invece, o nitrati, vengono somministrati per trattare l’angina, o dolore al petto.
Entrambi possono causare cali di pressione sanguigna, per cui è sconsigliato assumerli in combinazione. Tuttavia, i dati reali sulle implicazioni del loro uso congiunto erano finora poco esaustivi. “Stiamo assistendo a un incremento del numero di pazienti a cui vengono prescritti sia PDE5i che nitrati – afferma Andersson – sebbene siano documentati i benefici dei farmaci per la disfunzione erettile nei soggetti con malattie cardiovascolari, l’uso combinato dei due medicinali potrebbe aumentare il rischio di esiti negativi e infausti”.
Nell’ambito dell’indagine, i ricercatori hanno valutato le cartelle cliniche di 61.487 uomini con un precedente di infarto del miocardio o intervento coronarico percutaneo, che avevano ricevuto prescrizioni di nitrati. A 5.710 soggetti sono stati segnati anche PDE5i. Nell’arco di tempo di indagine, gli esperti hanno evidenziato che l’uso combinato di inibitori della fosfodiesterasi di tipo 5 e antianginosi era associato a una probabilità superiore di rischi per la salute rispetto a chi seguiva solo uno dei due trattamenti.
“Speriamo che il nostro lavoro – dichiara Andersson – possa evidenziare la necessità di valutare attentamente la situazione dei pazienti prima di prescrivere trattamenti a base di nitrati”. Saranno necessari ulteriori approfondimenti per confermare questi dati e superare gli attuali limiti di questa indagine, basata su una coorte che aveva già sperimentato infarto miocardico e rivascolarizzazione. “Nelle prossime indagini – concludono gli autori – speriamo di comprendere meglio gli effetti associati alla combinazione dei due farmaci, in modo da avere il quadro più completo delle opzioni di trattamento per i soggetti con disturbi cardiovascolari e disfunzione erettile”.