AGI - L’efficacia del vaccino vivo contro herpes zoster è massima nel primo anno successivo alla vaccinazione e diminuisce in modo sostanziale nel tempo: è quanto sostiene un nuovo studio pubblicato su The BMJ.
Ciò nonostante, il vaccino ha dimostrato di fornire una certa protezione contro l’herpes zoster e le sue complicazioni fino a dieci anni dopo la vaccinazione, anche nei pazienti con un sistema immunitario indebolito. Per efficacia del vaccino si intende la capacità effettiva che questo ha nel proteggere le comunità nel mondo reale.
L’herpes zoster, comunemente noto come fuoco di Sant’Antonio, è un’eruzione cutanea dolorosa causata dalla riattivazione del virus della varicella. È molto più comune tra le persone di età pari o superiore ai 60 anni e tra quelle con un sistema immunitario indebolito e può portare a complicazioni invalidanti.
Il vaccino zoster vivo è stato il primo ad essere stato sviluppato contro l’herpes zoster e oltre 50 milioni di persone lo hanno ricevuto in tutto il mondo. Attualmente non è raccomandato per coloro chi soffre di immunodeficienza e non è più disponibile negli Stati Uniti, ma l’uso è proseguito altrove, tra cui nel Regno Unito e in Australia.
Tuttavia, mancano stime dell’efficacia a lungo termine basate su dati reali. Per risolvere questo problema, i ricercatori hanno utilizzato i dati di una grande azienda sanitaria statunitense, la Kaiser Permanente Northern California, per determinare l’efficacia a lungo termine del vaccino zoster vivo contro l’infezione da herpes zoster, il ricovero in ospedale per herpes zoster, la nevralgia posterpetica, ossia il dolore persistente nell’area dell’eruzione cutanea e l’herpes zoster oftalmico, ovvero l’eruzione cutanea all’interno o intorno all’occhio.
I risultati si basano sui dati relativi a poco più di 1,5 milioni di adulti di età pari o superiore a 50 anni che avevano diritto al vaccino vivo contro lo zoster. Di questi, 507.444, circa il 34%, sono stati vaccinati durante il periodo di studio, dal 1° gennaio 2007 al 31 dicembre 2018.
Tra i 75.135 casi di herpes zoster, 4.982, circa il 7%, hanno sviluppato nevralgia posterpetica, 4.439, circa il 6%, hanno avuto un herpes zoster oftalmico e 556, circa lo 0,7%, sono stati ricoverati in ospedale per herpes zoster.
Per ciascun risultato, l’efficacia del vaccino è stata massima nel primo anno successivo alla vaccinazione ed è diminuita sostanzialmente nel tempo. L’efficacia del vaccino, al primo anno, è stata del 67% contro l’infezione da herpes zoster, dell’83% contro la nevralgia posterpetica, del 71% contro l’herpes zoster oftalmico e del 90% contro il ricovero in ospedale per herpes zoster.
L’efficacia del vaccino contro l’herpes zoster è diminuita al 50% nel secondo anno, poi è scesa al 27% nell’ottavo anno e quindi al 15% dopo 10 anni. L’efficacia del vaccino per l’herpes zoster oftalmico è stata simile.
Contro la nevralgia posterpetica e il ricovero ospedaliero, l’efficacia del vaccino che, all’inizio ha registrato un grado più alto, si è attenuata ma ha continuato a conferire una protezione sostanziale per diversi anni, con il 41% dopo 10 anni per la nevralgia posterpetica e il 53% da 5 a 8 anni per il ricovero ospedaliero.
L’efficacia del vaccino è risultata generalmente simile tra i sottogruppi definiti in base all’età, al sesso, alla razza o all’etnia, o allo stato di immunocompromissione al momento della vaccinazione. Si tratta di risultati osservazionali e gli autori sottolineano diverse difficoltà, tra cui l’incompleto accertamento dell’herpes zoster e dello stato di compromissione del sistema immunitario dei pazienti nel corso del tempo.
I risultati potrebbero, inoltre, non essere applicabili ad altri contesti a causa delle differenze nelle pratiche diagnostiche o nell’accesso alle cure. Tuttavia, si tratta di uno studio ben progettato, basato su dati sanitari di alta qualità, che ha impiegato metodi innovativi per esaminare la durata reale della protezione vaccinale e i risultati sono generalmente coerenti con quelli degli studi randomizzati e di altri studi osservazionali.
“Questa nuova e tempestiva ricerca contribuirà a migliorare i programmi di vaccinazione contro l’herpes zoster, fornendo nuove e preziose informazioni sulla necessità e la tempistica delle dosi di follow-up o di richiamo”, hanno dichiarato i ricercatori in un editoriale collegato. Inoltre, si aggiunge all’evidenza che il vaccino zoster vivo è efficace contro l’herpes zoster negli adulti immunocompromessi.
“Sono inoltre necessarie ulteriori ricerche per valutare la traiettoria dell’efficacia del vaccino contro l’herpes zoster e gli esiti gravi nel tempo in persone con malattie croniche come quelle del rene, del cuore e del sistema autoimmune”, hanno concluso gli autori.