AGI - Cibo calibrato, una dieta adeguata, possono davvero allontanare lo spettro della lenta perdita della memoria e dell’insorgenza dell’Alzheimer che sfocia, poi, in demenza più o meno precoce?
Alla domanda risponde un servizio del New York Times secondo cui le noci “possono migliorare la funzione cognitiva” del nostro cervello, i mirtilli “possono aumentare la memoria” e gli integratori di olio di pesce “possono ridurre il rischio di malattia da Alzheimer”.
Tuttavia, gli esperti affermano che mentre gli studi sulla nutrizione sono notoriamente difficili da realizzare, “esiste un corpus di ricerche avvincente e in continua crescita che suggerisce che alcuni alimenti e diete possono offrire benefici reali a un cervello che invecchia”. Anche se esistono ancora forti dubbi su cosa provochi il mordo di Alzheimer, la forma più comune e diffusa di demenza.
E in ogni caso allo stato attuale della ricerca non esiste ancora alcun farmaco per invertirlo o far regredire la malattia, anche se la dottoressa Uma Naidoo, direttrice della psichiatria nutrizionale e metabolica presso il Massachusetts General Hospital e autrice di "This Is Your Brain on Food", ha affermato: “Possiamo solo influire attraverso il modo in cui ci nutriamo”.
Secondo Naidoo, infatti, c’è una ricerca che mostra che “le persone con determinate condizioni come malattie cardiache, ipertensione, obesità e diabete hanno maggiori probabilità rispetto a quelle senza tali condizioni di sperimentare un declino cognitivo legato all'età. E i rischi di sviluppare queste condizioni possono essere aumentati da una dieta povera e dalla mancanza di esercizio fisico, suggerendo che ci sono cose che si possono fare per ridurre le possibilità di sviluppare la demenza”.
Ad esempio? Attraverso due diete in particolare, la dieta mediterranea e la dieta Mind - entrambe incoraggiano prodotti freschi, legumi e noci, pesce, cereali integrali e olio d'oliva – che hanno dimostrato in studi scientifici di offrire una forte protezione contro il declino cognitivo. Tant’è che uno studio pubblicato nel 2017 ha analizzato le diete e le prestazioni cognitive di oltre 5.900 anziani statunitensi e i ricercatori “hanno scoperto che coloro che aderivano più strettamente alla dieta mediterranea o alla dieta Mind avevano un rischio inferiore del 30-35% di deterioramento cognitivo rispetto a coloro che aderivano meno strettamente a queste diete”, riferisce il quotidiano. Ovvero?
Ovvero, “praticamente tutto ciò che aiuterà a mantenere le arterie sane ridurrà il rischio di demenza", ha affermato il dott. Walter Willett, professore di epidemiologia e nutrizione alla Harvard TH Chan School of Public Health.
Più frutta e verdura contro la demenza
E il dottor Ronald Petersen, neurologo e direttore del Centro di ricerca sulla malattia di Alzheimer della Mayo Clinic, ha convenuto: "Ciò che fa bene al cuore fa bene anche al cervello". Un grande cambiamento che si puà apportare alla propria dieta, ha poi aggiunto Naidoo, è "migliorare la combinazione vegetale". Le verdure a foglia verde sono ricche di sostanze nutritive e fibre e alcune solide prove le hanno collegate a un declino cognitivo più lento legato all'età.
Gli studi in materia sono più d’uno: ad esempio, in quello eseguito in Israele e pubblicato quest'anno, i ricercatori che hanno eseguito scansioni cerebrali di oltre 200 persone suddivise in tre gruppi dietetici, hanno scoperto che dopo 18 mesi, coloro che seguivano una dieta mediterranea "verde" - ricca di Mankai (pianta verde ricca di sostanze nutritive), tè verde e noci - avevano il tasso più basso di atrofia cerebrale legata all'età.
Quelli che seguivano una dieta mediterranea tradizionale erano molto indietro. Coloro che seguivano linee guida regolari per una dieta sana - che era meno a base vegetale e consentiva più carne rossa e lavorata rispetto alle altre due diete - ha avuto un calo maggiore del volume del cervello. Ma non solo: “Più colorati sono i prodotti nel piatto, migliore è il cibo per il cervello”, dicono diversi esperti. Mentre un altro studio della rivista Neurology sottolinea che gli anziani che hanno riferito di mangiare o bere cibi con flavonoidi - tipi di flavonoidi presenti in molti frutti e verdure, così come vino e tè – “avevano tassi più lenti di declino della memoria”.
E in uno studio del 2021, i ricercatori hanno seguito più di 77.000 persone per circa 20 anni scoprendo che quelli con diete ricche di flavonoidi avevano meno probabilità di quelli che consumavano meno flavonoidi di segnalare segni di invecchiamento cognitivo.
Infine la dieta Mind indica specificamente i frutti di bosco, buone fonti di fibre e antiossidanti, come aventi benefici cognitivi mentre uno studio pubblicato nel 2012 ha esaminato più di 16.000 persone di età pari o superiore a 70 anni per più di una dozzina di anni e ha concluso che le donne anziane che mangiavano più mirtilli e fragole “avevano ritardato i tassi di declino cognitivo: forse fino a 2,5 anni”.
In conclusione: “Non credo che esistano cibi miracolosi, ma, ovviamente, è davvero buono mangiare frutta e verdura", ha detto la dottoressa Allison Reiss, membro del comitato consultivo medico, scientifico e di screening della memoria presso l'Alzheimer's Foundation di America. Tentar, in ogni caso, non noce.