AGI - È stata la scoperta e la tendenza degli anni recenti. Che gode di ottima stampa, anche se è un sistema di allenamento che si è sviluppato agli inizi del Novecento. Stiamo parlando del pilates, ovvero un metodo di controllo volontario della mente sul resto delle strutture corpo, inclusi organi e viscere.
“Una pratica che aveva tra le sue grandi virtù la capacità di giovare a tutti: uomini, donne, anziani, donne incinte, contusi e che le mamme potevano praticare con i loro bambini”, scrive il Paìs.
Ebbene, diverse ricerche scientifiche supportano la validità di questo metodo e i suoi benefici per la salute, in quanto è stato dimostrato che migliora la forza e la flessibilità muscolare, riduce il dolore cronico e allevia l’ansia e la depressione.
Ma ha una controindicazione, rispetto a quel che invece tutti credono: non serve per perdere peso, obiettivo e motivo vero per cui in molti lo praticano. Tant’è che nei lunghi mesi del lockdown pandemico ancora una volta il pilates è stato segnalato tra le pratiche preferite, grazie alla sua efficacia nel mettere in armonia il corpo e la mente.
Uno strumento anche di rilassamento, tanto più nei giorni dell’ansia da contagio e da reclusione. Come pratica, poi, “il Pilates non ha seguaci o praticanti, ma militanti”, annota il Paìs, secondo cui uno dei rischi che l’ha sempre accompagnato è stata la sua “morte per eccesso di successo”, in quanto chi si accede a questa pratica a volte vi arriva sulla base di aspettative troppo elevate o del tutto sbagliate.
“E no, il pilates non è per tutto”. Ovvero, “non è un esercizio cardiovascolare e il grasso viene bruciato a livello globale in tutto il corpo, quindi uno degli obiettivi più ricercati, il six pack che richiede anche un adeguamento della dieta, non verrà raggiunto", afferma Diego Jerez, personal trainer indipendente.
Infatti, “il pilates ti insegna qualcosa di molto più importante: le regole d'uso del tuo corpo, ma non serve a dimagrire o ad avere la pancia piatta", aggiunge. “Chi impara a muovere il corpo potrà sedersi per terra a giocare con i nipoti a 80 anni, chi no si infortuna a 40. Se con il pilates si ottengono risultati estetici è perché ‘sano è bello’, ed è una conseguenza, ma non l'obiettivo della pratica”, assicura Alberto Segovia, insegnante di Pilates, sei ore di pratica quotidiana, fondatore della piattaforma Pilatesk4k.
Scrive il Paìs: “Contro ogni previsione, alcuni anni fa si cominciò a prevedere la Pilatespocalisse (neologismo per indicare un'ipotetica apocalisse del Pilates). Questa teoria sosteneva che le classi stavano diventando vuote a causa del progresso di discipline con più trasporto e divertimento come Zumba, spinning o Cross Met”.
Joseph Pilates, storia e metodo del fondatore di una disciplina del corpo
Del resto il fondatore di quella che poi è diventata una disciplina, un metodo, oltre che una ginnastica, non era un medico. Joseph Pilates era un ginnasta tedesco e amante della boxe, ed è noto che lavorasse in un circo e addestrasse agenti di Scotland Yard.
Sopravvissuto alla guerra ed emigrato negli Stati Uniti, pubblicò nel 1934 "La tua salute: un sistema di esercizi correttivi che rivoluziona l'intero campo dell'Educazione Fisica", un libro di poco più di 60 pagine che è considerato il manifesto del “metodo Pilates”.
“In 10 sessioni ti senti meglio, in 20 stai meglio e in 30 hai un corpo completamente nuovo". A Giuseppe Pilates è infatti attribuita proprio questa frase che oggi presiede all'ingresso di molti studi nel mondo.
Insomma, “Josep Pilates ha fatto quello che poteva con ciò che era noto ai suoi tempi e la maggior parte delle sue posture è invecchiata bene, altre no. La scienza ha dimostrato che la colonna vertebrale non è progettata per muoversi troppo e le posture che hanno comportato la sovramobilizzazione della parte bassa della schiena sono state adattate", spiega ancora Alberto Segovia.
Perciò il pilates “insegna qualcosa di molto più importante: le regole d'uso del corpo, ma non serve a dimagrire o ad avere la pancia piatta", aggiunge.
E ci sono anche persone che “si aspettano risultati immediati ma siamo di fronte a un metodo di autocoscienza corporea che richiede tempo. Non abbiamo idea di come ci muoviamo", dice Elena Briceño insegna Pilates da 17 anni, viene dal mondo della danza, la quale ha visto come le persone vivono lontano dai loro corpi fino all'inizio dei primi problemi.
"Poi scoprono anche muscoli che non avevano mai avvertito e considerato", racconta l'insegnante.
Negli anni '90, il Pilates era la procedura migliore contro gli infortunati considerata come tale dagli esperti di aerobica degli anni '80 alla ricerca di un allenamento a basso impatto. Madonna e Uma Thurman sono state due famosissime star entusiaste sostenitrici.