AGI - Tra gli adulti che hanno avuto Covid-19, il 21,4% potrebbe manifestare almeno un sintomo a distanza di tre-cinque mesi dalla diagnosi. A calcolarlo uno studio, pubblicato sulla rivista The Lancet, condotto dagli scienziati dell'Università di Groningen. Il team, guidato da Judith Rosmalen ha considerato la frequenza dei sintomi nuovi o più gravi in una coorte di pazienti affetti da Covid-19.
Le informazioni sono state poi confrontate con i dati relativi a un gruppo di persone sane per stimare il rischio di long Covid. In totale, sono stati considerati 76.422 partecipanti, 4.231 dei quali avevano contratto l'infezione. Stando a quanto emerge dall'indagine, il 21,4% dei pazienti manifestava almeno un sintomo da tre a cinque mesi dopo l'infezione, mentre nel gruppo di controllo solo l'8,7 per cento dei partecipanti aveva sviluppato delle condizioni cliniche nel periodo di osservazione.
In altri termini, spiegano gli autori, un paziente su otto della popolazione generale presentava sintomi a lungo termine associati all'infezione da nuovo coronavirus. Tra gli effetti più frequenti, i ricercatori riportano dolore toracico, difficoltà respiratorie, dolore durante la respirazione, dolori muscolari, perdita del gusto e dell'olfatto, formicolio alle estremità, nodo alla gola, sensazione di caldo e freddo, braccia e/o gambe pesanti e spossatezza.
"Abbiamo ancora una conoscenza superficiale dei sintomi a lungo termine di Covid-19 - osserva Rosmalen - il nostro lavoro valuta una serie di sintomi spesso associati alla malattia. Questo approccio ci permette di ottenere una stima più affidabile della frequenza dei casi di long Covid".
"Il Covid lungo - aggiunge Aranka Ballering, dottoranda presso l'Università di Groningen - rappresenta una minaccia significativa per la popolazione. Comprendere i sintomi e la frequenza di questa malattia è fondamentale per progettare strategie di intervento efficaci".