AGI – Due porzioni di pesce azzurro ogni settimana possono ridurre il rischio di decesso legato all’insorgenza di malattie cardiovascolari. A questa conclusione giunge uno studio, pubblicato sul Journal of American Medical Association Internal Medicine, condotto dagli scienziati della McMaster University, che hanno esaminato i dati di oltre 190 mila persone provenienti da 58 Paesi per correlare il consumo di pesce alle condizioni di salute. “Abbiamo osservato dei benefici significativi – sostiene Andrew Mente della McMaster University – ma è noto da tempo che gli acidi grassi omega-3 siano positivi per l’organismo”.
Il team ha raccolto i dati relativi a diversi studi precedenti, considerando un totale di 191.558 persone provenienti da tutto il mondo, 51 mila delle quali avevano sviluppato disturbi cardiaci. I partecipanti sono stati monitorati per oltre nove anni, in cui sono stati analizzati i rapporti sul consumo di pesce e di altri alimenti. Stando ai dati del gruppo di ricerca, le morti improvvise e i tassi di mortalità complessivi erano rispettivamente del 21 e del 18 per cento più bassi tra i consumatori di almeno due porzioni di pesce azzurro ogni settimana.
“Chi assumeva almeno 175 grammi di pesce a settimana – riporta lo scienziato – era anche associato a un rischio inferiore del 16 per cento di subire un ictus o un infarto. Mangiare pesce può infatti aiutare a combattere le malattie cardiovascolari e le condizioni cliniche associate a disturbi cardiaci o dei vasi sanguigni”. Secondo le stime dell’Organizzazione mondiale della sanità, infatti, le malattie cardiovascolari in generale rappresentano la prima causa di morte a livello globale, provocando circa 17,9 milioni di vittime ogni anno.
“Sardine, sgombro, merluzzo, salmone, tonno, e tutte le varietà di pesce ricche di omega-3 possono portare a benefici a livello cardiaco, oculare e cerebrale – sostiene il ricercatore – l’acido docosaesaenoico, o DHA, della categoria degli omega-3, in particolare, è fondamentale per la crescita e lo sviluppo dell’organo cerebrale, tanto che costituisce circa il 14 per cento degli acidi grassi nel cervello umano”.
Gli autori precisano che non sono stati notati miglioramenti significativi tra coloro che assumevano più di 175 grammi di pesce a settimana. “Sulla base di questi dati – osserva Victoria Taylor, dietista presso la British Heart Foundation, che non è stata coinvolta nello studio – due porzioni di pesce a settimana sembrerebbero rappresentare la quantità minima di pesce necessaria per ottenere il massimo beneficio dalle proprietà nutritive dell’alimento”.
“Salmone e tonno non sono propriamente pesci azzurri – commenta Mente – ma sono assimilabili alla categoria per via delle proprietà nutritive”. Gli studiosi aggiungono che i benefici sono stati osservati indipendentemente dalla modalità di conservazione dell’alimento. “Fresco, congelato o in scatola, il pesce è fondamentale per la salute cardiovascolare – precisa Taylor – che sia bianco o grasso, inoltre, il pesce rappresenta un’ottima fonte di proteine ed è un’alternativa preferibile alla carne rossa e lavorata”.
“La dieta mediterranea – conclude Mente – ricca di verdura, frutta, legumi, noci, fagioli, cereali e pesce, rappresenta una delle abitudini alimentari più sane, in grado di ridurre il rischio di problemi legati a ipertensione, colesterolo alto e malattie cardiache”.