AGI - “Fu Charles Darwin a servirsi per la prima volta di quella metafora – l’albero della vita – per illustrare la storia dell’evoluzione” scrive su TuttoLibri de La Stampa David Quammen, l’autore del fortunatissimo “Spillover”, il libro su nuovi, strani virus e altri patogeni che emergono nelle specie animali e infettano gli esseri umani, che sulle colonne dell’inserto culturale del quotidiano torinese illustra i contenuti del suo nuovo libro dal titolo “L’albero intricato” nel quale svela i segreti del Dna umano.
“Nell’albero di Darwin, e in tutti quelli venuti dopo per oltre cent’anni" scrive Quammen "i rami che rappresentano le diverse linee di creature si dipartono da un unico tronco, divergendo e dispiegandosi verso l’esterno man mano che crescono” ma lo scrittore afferma anche che “non potevo prevedere” che il successivo libro che avrebbe scritto avrebbe anche esaminato “le ragioni per le quali il suo albero della vita era sbagliato – o perlomeno, parzialmente sbagliato – e drasticamente incompleto”. Nel suo percorso, Quammen s’è imbattuto in studi e studiosi che “hanno cominciato a mettere in discussione l’albero della vita di Darwin”.
Nell’articolo, Quammen racconta l’incontro con Ford Doolittle, il massimo teorico di questi studi che dicono che i rami dell’albero della vita, “o perlomeno alcuni di essi, erano intrecciati, che si incrociavano tra loro tramite quello strano processo, il trasferimento genico orizzontale”, che null’altro è" spiga Quammen, che “uno spostamento laterale di materiale genetico da una linea di creature viventi in un’altra”.
Ovvero? Ovvero, spiega lo scrittore-scienziato, “il patrimonio ereditario viene trasmesso in linea verticale, dai genitori alla prole – è questa l’opinione canonica. Ma non sempre le opinioni canoniche sono corrette. Effettivamente, il patrimonio ereditario di solito viene trasmesso in linea verticale, ma non sempre. Uno spostamento laterale di geni può introdurre nei genomi nuove e significative opportunità – come nel caso del gene ‘sincitina-2’, che è entrato a far parte del genoma dei mammiferi attraverso un episodio di infezione virale, poi si è evoluto lentamente, è stato cooptato e ha cominciato a produrre una particolare membrana che si trova tra il feto e la placenta materna”. “Quel gene derivato da un virus, la sincitina-due – assicura Quammen – è oggi fondamentale per portare felicemente a termine la gravidanza negli esseri umani”.
Conclude Quammen, al quale, dice, questo nuovo libro è costato 5 anni della sua vita, che “adesso siamo in grado di vedere che alcuni di quei rami convergono, un ramo cresce lateralmente e si fonde con un altro. L’albero è intrecciato. Come recita il sottotitolo del mio libro, si tratta di una nuova e radicale storia della vita”. “È stata una sfida nuova per me, ma si è trattato di un gran bel viaggio”, conclude, augurandosi che lo sia anche per i lettori.