"Subito la sperimentazione del Tocilizumab nei casi di gravi polmoniti da Covid-19". A parlare è il farmacologo Giuseppe Nisticò, docente dell'Università di Roma Tor Vergata, per oltre 10 anni membro italiano del comitato scientifico e del consiglio d'amministrazione dell'Ema, l'agenzia europea del farmaco. "I risultati incoraggianti ottenuti all'ospedale Cotugno di Napoli - dice all'AGI - su due pazienti affetti da gravi polmoniti da coronavirus a seguito di trattamento sperimentale con il Tocilizumab, farmaco impiegato nel trattamento dell'artrite reumatoide, dovrebbero indurre il ministero della Salute e l'Aifa a concedere immediatamente l'autorizzazione per un "clinical trial" più allargato per valutare ni tempi brevi la sua efficacia e tollerabilità".
"Ci sono basi razionali - spiega ancora Nisticò - per tale autorizzazione. Infatti, il Tocilizumab è un anticorpo monoclonale, cioè una proteina che, con alcune sequenze di aminoacidi, si può ancorare alla proteina "Spike" del coronavirus. Con tale meccanismo - aggiunge - il farmaco può bloccarne la replicazione o arrestare la sua virulenza. Era stato già documentato che il Tocilizumab è un farmaco capace di bloccare la liberazione massiva della citochina IL6, indotta dal coronavirus a livello cellulare e così prevenire i suoi effetti letali".
La richiesta è sostenuta anche da Paolo Ascierto, presidente Fondazione Melanoma e direttore dell'Unità di Oncologia Melanoma, Immunoterapia Oncologica e Terapie Innovative dell'Istituto tumori Pascale di Napoli, che insieme all'ospedale Cotugno, centro di riferimento regionale per l'emergenza coronavirus e specializzato in malattie infettive, ha curato il trattamento dei primi due pazienti in Italia con il farmaco off laber, seguendo prassi già sperimentate in Cina.
"In 24 ore la terapia ha evidenziato ottimi risultati e stiamo valutando proprio oggi l'opportunità di estubare uno dei due malati, perché le sue condizioni sono migliorate", annuncia Ascierto. Inoltre, oggi il Tocilizumab, che può essere impiegato nella polmonite da Covid-19 solo off label, cioè al di fuori delle indicazioni per cui è registrato, sarà somministrato ad altre due persone ricoverate a Napoli. Altri malati hanno già ricevuto la terapia anche nei centri di Bergamo, Fano e Milano.
"Abbiamo stabilito un vero e proprio ponte della ricerca con i colleghi cinesi, che avevano già osservato un miglioramento nei malati trattati in questo modo - spiega Gerardo Botti, direttore scientifico del Pascale - solo la collaborazione internazionale consentirà di mettere a punto armi efficaci contro il Covid-19. I risultati positivi di Tocilizumab devono essere validati, per questo serve uno studio multicentrico a livello nazionale".
"La nostra esperienza più che decennale nell'utilizzo dell'immunoterapia nei pazienti oncologici ci ha condotto allo scambio di informazioni con la Cina cinesi, in particolare con Wei Haiming Ming del First Affiliated Hospital of University of Science and Technology of China", dice Ascierto. Dopo il confronto con i ricercatori cinesi, è stata costituita task force a Napoli guidata, oltre che da Ascierto, da Franco Buonaguro (direttore Biologia Molecolare e Oncogenesi virale del Pascale) e da Vincenzo Montesarchio (direttore Oncologia dell'Azienda Ospedaliera dei Colli).