Il rischio di chiusura dell’Ebri, l’istituto di ricerca fondato e fortemente voluto da Rita Levi Montalcini, sembra scongiurato. Il governo ha promesso di intervenire con un emendamento, dopo che i vertici dell'istituto scientifico con un appello al presidente della Repubblica hanno fatto notare la mancanza, per la prima volta in 10 anni, del contributo straordinario nella legge di Stabilità.
L’importanza del contributo
La mancata riconferma del contributo straordinario renderebbe impossibile all’entemantenere la struttura con cui portare avanti i progetti in corso, con conseguenze quali la restituzione dei finanziamenti ricevuti dall’estero, il licenziamento dei ricercatori, l’interruzione di dottorati di ricerca e delle tesi di laurea, e i mancati rinnovi di borse di studio per i giovani ricercatori. Attraverso i brevetti e con i finanziamenti competitivi ottenuti dalle istituzioni internazionali e dalla Commissione Europea l’Ebri si autofinanzia, coprendo però solo metà del fabbisogno. Attualmente la rete delle collaborazioni scientifiche con i centri di ricerca internazionali comprende: Londra, Cambridge, Edimburgo, Dresda e Jena, Aarhus, Salamanca e Madrid, Bordeaux, Karolinska Institute, Vienna, Hebrew University, Mc Gill University, New York University.
Di cosa si occupa l’Ebri
L’Ebri (l'European Brain Research Institute ) è stato costituito nel 2002, per volontà del premio Nobel Rita Levi-Montalcini e risponde alla necessità di avere in Italia un centro in cui condurre ricerche di natura fondamentale sul cervello con l’obiettivo di individuare nuove strategie terapeutiche per malattie neurodegenerative, come l’alzheimer, e per altri gravi disturbi del sistema nervoso. Negli ultimi anni hanno fatto parte del comitato scientifico dell’ente ben cinque Premi Nobel. Rappresenta una assoluta eccellenza nelle ricerche sulla malattia di alzheimer, per la quale oggi non c’è una cura. Il Nerve Growth Factor (NGF), la scoperta che ha dato il Nobel alla Montalcini e sul quale Ebri è leader mondiale, rappresenta una nuova speranza terapeutica per il trattamento della malattia di Alzheimer. Ebri ha sviluppato una variante del NGF, la cosiddetta forma ‘painless NGF’, che ha enormi potenzialità per il trattamento dell’alzheimer e di numerose altre patologie. I ricercatori dell’istituto scientifico hanno poi sviluppato anticorpi terapeutici contro le due proteine killer della malattia, la proteina Tau ed i cosiddetti oligomeri di Ab.
Neurologo: “E’ chiudere le porte alla speranza”
Per il professor Leandro Provinciali, neurologo ed ex presidente della Società italiana di neurologia (Sin) “rischiare la chiusura di un ente così importante per la ricerca su questo tipo di malattie è come chiudere le porte alla speranza. Le malattie neurodegenerative non vanno sottovalutate perché colpiscono un numero molto alto di persone, di più di quelle che vengono colpite da forme tumorali e da malattie cardiocircolatorie”.
L’appello al presidente Mattarella
“Rivolgiamo un appello al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, perché intervenga con la Sua autorevolezza affinché il Parlamento discuta ed approvi un emendamento alla legge di bilancio che mantenga in vita l’Ebri (European Brain Research Institute”. E’ l’appello di Antonino Cattaneo e Giuseppe Nisticò, rispettivamente presidente e direttore Generale della Fondazione Ebri al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. “Nel corso di questi anni l’ente di ricerca ha raggiunto importanti traguardi scientifici, diventando un fiore all’occhiello delle ricerche sul cervello, a livello nazionale ed internazionale. Nuovi approcci terapeutici per la malattia di Alzheimer e per altre gravi patologie neurologiche sono nati dalle nostre ricerche. Sulla base dei risultati raggiunti e di una progettualità innovativa, l’Ebri ha conquistato prestigiosi finanziamenti internazionali competitivi, dall’Alzheimer Association Usa ed inglese, alla Comunità Europea. Paradossalmente, nonostante questi successi, i giovani ricercatori non possono partecipare ai bandi per accedere ai fondi di ricerca del ministero dell’Istruzione o del ministero della Salute. I nostri ricercatori sono ‘invisibili’ per il sistema della ricerca nazionale. Conoscendo la sensibilità del Presidente per il problema della ricerca scientifica e dell’innovazione tecnologica, rivolgiamo questo appello, affinché la sopravvivenza stessa dell’Ebri non sia messa a repentaglio”. Il professor Giuseppe Nisticò, direttore generale dell’Ebri, ha poi sottolineato che “nonostante questi successi, oggi l’ente vive una fase delicata in quanto dovrebbe essere assicurata dal governo la continuità dei finanziamenti necessari per condurre le ricerche già approvate dalla Commissione Europea e da altri prestigiosi organismi internazionali. Sarebbe insensato, per la nostra società, dopo lo straordinario impegno da noi profuso per trovare risorse private per la realizzazione dei laboratori di avanguardia dell’Istituto Rita levi-Montalcini, disperdere questo capitale di conoscenza e sviluppo, nato dalla volontà e dalla visione del nostro premio Nobel, e valorizzato e sviluppato dai nostri giovani ricercatori che lo Stato considera invisibili. Per questi motivi ci appelliamo al presidente della Repubblica, che ha già dimostrato concretamente di avere a cuore i problemi della ricerca e dei giovani ricercatori, perché sensibilizzi il Parlamento e le Istituzioni affinché venga garantita la continuità dei finanziamenti per mantenere in vita l’Istituto creato e voluto da Rita Levi-Montalcini, unico premio Nobel in Medicina del nostro Paese negli ultimi 40 anni”.
La rassicurazione del Governo
“Siamo fiduciosi e confidiamo nella promessa che autorevoli fonti governative ci hanno fatto”, ha dichiarato all’Agi il professor Antonino Cattaneo, presidente Ebri. “Al momento è solo una promessa, ma non abbiamo motivo di credere che non sia mantenuta”.