Parla anche italiano lo studio, che ha avuto grande risonanza in tutto il mondo, che promette un test del sangue per diagnosticare precocemente otto tipi di tumore. Il compito di distinguere i pazienti sani da quelli malati di cancro dopo aver effettuato il CancerSEEK, questo il nome del test allo studio, sarà affidato infatti a un algoritmo matematico, e a svilupparlo è stato un italiano, Cristian Tomasetti, professore associato della John Hopkins University di Baltimora, insieme al suo gruppo di lavoro.
Tomasetti, classico esempio di "cervello in fuga" (così si definisce lui stesso) fa parte del team di ricercatori che ha messo a punto lo studio pubblicato in questi giorni sulla rivista Science e che sembra avere tutti i presupposti di un importante passo nella lotta al cancro. "Siamo ancora in una fase di ricerca, ma se tutto procede per il verso giusto, tra due anni, da ora, il test potrà essere usato su tutti", spiega Cristian Tomasetti intervistato dall'Agi.
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"È la prima volta - puntualizza - che viene sviluppato questo algoritmo matematico che ci permette di separare coloro che sono malati di cancro dai pazienti sani". Secondo Tomasetti "si tratta quindi di un grande passo avanti nel campo della prevenzione. Il test del sangue è un vero e proprio screening che se fatto con una cadenza annuale potrà diminuire sensibilmente la mortalità".
"Fino a questo momento - sottolinea ancora - il test è stato provato su circa 2mila pazienti, quest'anno verrà fatto su 10mila donne in salute e se i risultati saranno buoni, come ci auguriamo, verrà esteso a 50mila persone. Un'altra buona notizia è che il costo è abbastanza contenuto, sarà di circa 500 dollari". "Lo studio - racconta - è importante anche perchè dimostra quanto sia importante investire sulla prevenzione. Se ne parla molto, ma si continua ad investire di più sulle terapie".
Il professor Tomasetti è nato a Trieste e prima di trasferirsi negli Stati Uniti per completare il dottorato di ricerca e specializzarsi in Statistica ad Harvard, si è laureato in Matematica in Italia. Non è la prima volta che contribuisce a studi importanti sul cancro, nel 2015 fu l'autore dello studio sulla casualità delle mutazioni genetiche che sono all'origine dei tumori.
"Avrei voluto lavorare in Italia, ma purtroppo dopo la laurea - ha concluso il professore - mi sono reso conto di non avere molte possibilità di carriera, così sono diventato uno dei tanti cervelli in fuga che sono riusciti a trovare la loro strada lontano dal proprio Paese di origine".