Roma - La controffensiva e' partita. Dopo il tempo degli allarmi, e' in corso l'attacco mosso da Istituzioni, Societa' Scientifiche e Aziende farmaceutiche contro i superbatteri resistenti agli antibiotici: una minaccia sanitaria piu' temibile dei tumori. In Europa, oltre 4 milioni di persone l'anno vengono colpite da infezioni batteriche ospedaliere, con 25.000 morti stimate per infezioni provenienti da germi resistenti. Nel nostro Paese, ogni anno, dal 7% al 10% dei pazienti va incontro a un'infezione batterica multiresistente. Le infezioni correlate all'assistenza (ICA) colpiscono ogni anno circa 284.000 pazienti causando circa 4.500-7.000 decessi. Ne parlano oggi Istituzioni, clinici e rappresentanti di movimenti civici in occasione del Corso di Formazione Professionale Continua Batteri e antibiotici - Scenari di un conflitto permanente, promosso dal Master della Sapienza Universita' di Roma 'La Scienza nella Pratica Giornalistica'.
Nel mondo, nel 2050, le infezioni batteriche causeranno circa 10 milioni di morti l'anno, superando ampiamente i decessi per tumore (8,2 ml/anno), diabete (1,5 ml/anno) o incidenti stradali (1,2 ml/anno) con un impatto negativo - secondo recenti stime del Fondo Monetario Internazionale - di circa il 3,5% sul PIL mondiale.
Il buon esempio viene dagli Stati Uniti dove il Governo Obama ha esteso l'utilizzo dei fondi destinati al bioterrorismo allo sviluppo di antibiotici attivi contro i microrganismi con elevata resistenza, allocando per il solo 2016 circa 1,2 miliardi di dollari. Anche l'Italia si sta muovendo: il rilancio della copertura vaccinale in calo e l'adozione di rigorosi protocolli di igiene negli Ospedali, saranno parte integrante del Piano Nazionale di contrasto all'antibiotico-resistenza coordinato dal Ministero della Salute ed ispirato al piano di azione globale dell'Organizzazione Mondiale della Sanita'.
"Le Istituzioni sono convinte che la diffusione di conoscenze e di informazioni corrette sia un presupposto essenziale per l'uso consapevole e appropriato degli antimicrobici - afferma Mario Melazzini, Presidente dell'Agenzia Italiana del Farmaco - il Ministero della Salute, con il supporto di AIFA ed altri esperti, sta lavorando alla implementazione del Piano Nazionale. Al contempo, l'Agenzia Italiana del Farmaco conduce un'intensa attivita' di informazione e sensibilizzazione sul tema attraverso i propri canali e strumenti istituzionali (portale, newsletter, social media) e iniziative di comunicazione specifiche rivolte agli operatori sanitari e alla popolazione generale".
"Ogni terapia anti-infettiva va somministrata solo quando vi sia ragionevole certezza clinica dell'infezione - afferma Pierluigi Viale, Professore ordinario di Malattie Infettive all'Alma Mater Studiorum Universita' di Bologna e Direttore dell'UO Malattie infettive dell'AOU Policlinico Sant'Orsola-Malpighi di Bologna - e deve essere molto tempestiva, molto aggressiva in termini posologici, ed il piu' breve possibile: se l'antibiotico non riesce a eradicare in tempi rapidi l'infezione, puo' diventare un driver della progressiva selezione di ceppi resistenti, in grado di trasmettere alla propria discendenza le variazioni genotipiche e fenotipiche".
L'Italia e' il Paese europeo con le percentuali di resistenza piu' elevate che, in alcuni casi, arrivano fino al 50%. Circa la meta' dei farmaci utilizzati contro i batteri risulta inefficace, e tra questi alcuni tra gli antibiotici piu' diffusi. Uno dei piu' temibili "superbugs" e' la klebsiella pneumoniae che causa polmoniti, infezioni del torrente circolatorio e del tratto urinario. La percentuale di ceppi invasivi resistenti alle cefalosporine di terza generazione in Italia e' del 55,1%. "I provvedimenti da mettere in opera per contrastare la diffusione di questi microorganismi sono ben conosciuti - afferma Claudio Viscoli, Presidente della Societa' Italiana per la Terapia Antinfettiva (SITA) - l'educazione degli operatori sanitari al lavaggio delle mani e all'uso dei guanti, lo screening dei portatori dei ceppi resistenti e loro isolamento, lo screening dei contatti, la diagnosi microbiologica rapida". (AGI)