Milano - Potrebbe esserci un legame tra il morbo di Parkinson a esordio precoce e un'elevata temperatura cerebrale. Almeno secondo i risultati di uno studio condotto da un gruppo di ricercatori della Statale di Milano e della Fondazione Ca' Granda Policlinico, e pubblicato sulla rivista Movement Disorders. Utilizzando la spettroscopia a risonanza magnetica, che permette la misurazione non invasiva della temperatura in specifiche aree cerebrali, e' stata studiata la temperatura cerebrale in 5 pazienti con Parkinson ad esordio precoce, 3 maschi e 2 femmine, con eta' media di 41 anni. Tutti i pazienti sono stati caratterizzati geneticamente e 2 pazienti hanno mostrato mutazioni (un paziente nella PLAG2G6 e un altro nella PINK1). Dieci soggetti sani incrociati per età e sesso sono stati inclusi nello studio. In tutti i partecipanti è stata misurata la temperatura corporea. La temperatura cerebrale è stata determinata nella corteccia visiva, cingolo posteriore, ipotalamo, centro semiovale e nucleo lenticolare. Lo studio ha verificato un aumento sostanziale della temperatura cerebrale nei pazienti rispetto ai soggetti sani in tutte le aree cerebrali. Solitamente l'aumento della temperatura nell'ipotalamo dovrebbe indurre una risposta ipotalamica che porta all'abbassamento della temperatura: nello studio tuttavia l'ipotalamo si è dimostrato inefficiente nel controllo della temperatura cerebrale. La ragione dell'aumento della temperatura cerebrale rimane poco chiara, anche se una delle cause potrebbe essere l'aumento del calore rilasciato dai mitocondri. A seguito di questo studio, l'abbassamento della temperatura cerebrale potrebbe essere considerato come un potenziale target terapeutico per prevenire la neurodegenerazione nel Parkinson ad esordio precoce. (AGI)