La leucemia acuta, che ha colpito l'allenatore del Bologna Sinisa Mihajlovic come annunciato oggi in una drammatica conferenza stampa, non è più una sentenza di morte come fino a pochi decenni fa: "Si può tenere sotto controllo, è una patologia molto seria ma curabile". Lo sottolinea all'Agi l'oncologo Francesco Cognetti, direttore di Oncologia Medica all'Istituto Nazionale Tumori Regina Elena.
"Non abbiamo molti dettagli sul tipo di leucemia che ha colpito Mihajlovic - spiega l'esperto - e quindi è difficile su queste basi dire molto ma in conferenza stampa è emerso che si tratta di una forma acuta, insorta in poco tempo, anche se ancora asintomatica. La leucemia acuta è sicuramente una forma potenzialmente letale, ma in molti casi si riesce a tenere sotto controllo con la chemioterapia e eventualmente il trapianto di midollo. Si tratta di una forma aggressiva, ma se si interviene in tempo le possibilità quantomeno di stabilizzare la malattia aumentano".
Nella leucemia acuta, ricorda l'oncologo, "il numero di cellule tumorali aumenta velocemente e la comparsa dei sintomi è precoce, mentre nella leucemia cronica le cellule maligne tendono a proliferare più lentamente". Ma poi c'è un'altra grande distinzione, che riguarda le cellule da cui origina il tumore: "Se la malattia nasce dalle cellule linfoidi del midollo osseo (dalle quali si sviluppano i globuli bianchi chiamati linfociti) si parla di leucemia linfoide, se invece la cellula di partenza è di tipo mieloide (dalla quale si sviluppano globuli rossi, piastrine e globuli bianchi diversi dai linfociti) si parla di leucemia mieloide".
Il fatto che l'allenatore ed ex campione serbo non abbia ancora lamentato sintomi è importante: "Nella leucemia acuta - spiega infatti Cognetti - i sintomi si presentano presto e possono peggiorare con rapidità". Campanelli d'allarme sono febbre, sudorazioni notturne, stanchezza e affaticamento, mal di testa, dolori ossei e articolari, perdita di peso, pallore, suscettibilità alle infezioni, facilità al sanguinamento oppure ingrossamento della milza e dei linfonodi.
Sul decorso, senza avere ulteriori elementi, "è difficile fare considerazioni - ribadisce l'oncologo - possiamo dire però che oggi la sopravvivenza a cinque anni per tutte le forme di leucemia si aggira intorno al 45% negli adulti, con punte del 90% nei bambini colpiti da leucemie linfoidi, e supera il 65% nella forma mieloide acuta". La terapia consiste generalmente nella chemio, che comprende uno o più farmaci somministrati per bocca o per via endovenosa. "Ci sono anche approcci innovativi come le terapie che stimolano il sistema immunitario a riconoscere e a distruggere le cellule leucemiche".
In alcuni casi poi "si ricorre al trapianto di cellule staminali emopoietiche per sostituire le cellule malate, distrutte con alte dosi di chemio o radioterapia, con quelle sane di un donatore compatibile. Spesso il donatore e' un fratello o un familiare, ma, in loro assenza, anche uno sconosciuto. In alcuni casi questo approccio riesce a curare definitivamente la malattia, soprattutto nei pazienti piu' giovani, e puo' essere utilizzato per le forme che non rispondono piu' alla chemioterapia".