Si chiamerà Zulresso il farmaco che secondo gli esperti sarà capace di curare in 48 ore la depressione post-partum, una delle più comuni complicanze per le donne di tutto il mondo a seguito di una gravidanza. 48 ore rispetto alle settimane, tra le due e le quattro, che impiegano i classici antidepressivi, per combattere un male potenzialmente molto dannoso per i neonati.
Un sollievo che le pazienti pagheranno molto caro: circa 34mila dollari, ma c’è di più, il farmaco deve essere erogato per infusione nell’arco di 60 ore durante le quali la neomamma deve essere ricoverata in una clinica specializzata per essere costantemente monitorata in caso di vertigini o svenimenti, e nei 34mila dollari le spese per la clinica sono escluse. I funzionari della Sage Therapeutics, l’azienda che produce Zulresso, farmaco a base di brexanolone, si aspettano che le assicurazioni coprano la cura, cosa fondamentale per il sistema sanitario nazionale, senza assicurazione infatti un qualsiasi ospedale americano in linea di massima non va oltre l’applicazione di un cerotto.
Zulresso comunque ha già ottenuto l’approvazione federale e, secondo la Sage, i test clinici stanno andando alla grande ed entro un paio d’anni sarà messa sul mercato. "La cosa più importante è, naturalmente, l'effetto rapido", ha detto la dott.ssa Margaret Spinelli, professore di psichiatria alla Columbia University, che cura e studia la depressione postpartum, al New York Times “Il fatto che sia il primo progettato per la depressione postpartum è importante e significa che probabilmente sarà un modo per progettare altri farmaci per la depressione postpartum da somministrare in un modo più semplice”, dove “più semplice” sta evidentemente anche per “meno costoso”.
Il New York Times raccoglie anche la testimonianza di Stephanie Hathaway, 33 anni, già madre di due figli, che alla nascita del terzo, Bradley, è caduta in un vortice di depressione talmente debilitante da costringere la famiglia a farla tenere sotto controllo h24 per settimane. “Ho iniziato ad avere pensieri che mi tormentavano e non sarebbero andati via", ha ricordato "Tua figlia merita una mamma migliore, mi dicevo, e tuo marito merita una moglie migliore”, e l’antidepressivo che le era stato prescritto faticava a manifestare effetti benefici, così Stephanie decide di offrirsi volontaria per provare il brexanolone e dopo appena 12 ore “mi sono svegliata da un pisolino ed ogni pensiero era sparito”.
La dottoressa Samantha Meltzer-Brody, direttrice del programma di psichiatria perinatale presso l'Università della Carolina del Nord a Chapel Hill, che ha anche diretto la ricerca sul brexanolone, ci spiega che la sostanza non è altro che una forma sintetica di allopregnanolone, un ormone prodotto dal progesterone nel cervello, che può aiutare a ridurre la depressione e l'ansia attenuando l'attività neuronale.
La ricerca presentata alla FDA consisteva in tre studi clinici condotti dal dott. Meltzer-Brody, le prove hanno coinvolto 247 donne selezionate a caso per ricevere un placebo o brexanolone. Un numero relativamente piccolo di partecipanti, rispetto a molti altri studi clinici, tuttavia sufficiente per persuadere un comitato consultivo congiunto FDA l'anno scorso, che ha raccomandato l'approvazione con voti quasi unanimi.