Un ricercatore dell'Ateneo di Pisa ha scoperto i meccanismi che provocano le allergie dovute ai pollini. Lo studio sui pollini allergenici di Franco Ruggiero, dottorando del dipartimento di Biologia dell'Università di Pisa, è stato così premiato per il miglior articolo di ricerca del 2018 dall'International Association for Aerobiology (IAA). Il riconoscimento gli sarà consegnato con una cerimonia formale nel corso dell'11^ Congresso Internazionale in Aerobiologia che si svolgera' a Parma dal 3 al 7 settembre. È quanto si legge in una nota dell'Università. La ricerca di Franco Ruggiero, realizzata in collaborazione con il professore Gianni Bedini dell'Ateneo pisano, ha rivelato alcuni meccanismi che sono alla base dell'insorgenza, anche stagionalmente precoce, delle allergie ai pollini. L'indagine si è concentrata sui cipressi, che insieme ai ginepri e tassi, sono fra i principali responsabili di riniti ed attacchi di asma allergica in tutto il mondo.
Ruggero è riuscito a osservare per la prima volta direttamente nell'atmosfera gli 'orbiculi', cioè minuscoli vettori di sostanze allergeniche, con dimensioni tra 0.494 e 0.777 micron, e altre particelle sub-microniche ancora più piccole che i cipressi disperdono in concentrazioni otto volte maggiori rispetto ai "normali" e piu' grandi granuli pollinici. "In passato i ricercatori avevano ipotizzato la presenza degli 'orbiculi' nell'aria e il loro potenziale ruolo nella insorgenza di allergopatie respiratorie - ha spiegato Gianni Bedini -, ma non era mai stata fatta un'osservazione diretta di queste particelle come invece ha fatto Franco Ruggiero".
Il procedimento è stato possibile grazie a protocollo di campionamento che consiste nel raccogliere l'aria aspirata attraverso un campionatore (una sorta di aspirapolvere) su un vetrino analizzato poi con un microscopio "confocale" ancora piu' potente di quello ottico. "La scoperta di queste particelle sub-microniche e nanometriche rilasciate in atmosfera, potrebbe quindi finalmente spiegare l'insorgenza delle pollinosi ancor prima del rilevamento degli stessi granuli pollinici mediante gli strumenti di campionamento ad oggi in uso, ma soprattutto, anche gli attacchi d'asma allergica - aggiunge Franco Ruggiero - infatti, le loro dimensioni permettono di permanere in atmosfera molto più a lungo rispetto ai granuli pollinici e una volta inalate, di raggiungere facilmente le vie aree respiratorie più profonde innescando immediate ed intense reazioni allergiche".
"Poiché il rilascio di queste minuscole particelle in atmosfera puo' contribuire alla esacerbazione delle allergie nei soggetti che soffrono di questo disturbo - conclude Gianni Bedini - è auspicabile che il controllo della loro concentrazione sia integrato nell'attuale monitoraggio, per migliorarne la funzione di prevenzione, basti pensare che nella sola Pisa ad esempio, nel periodo pre-primaverile cipressi, ginepri e tassi rilasciano in atmosfera grandi quantità di granuli pollinici, arrivando a coprire circa il 41% dell'intero spettro pollinico allergizzante".