Più di 300 milioni di persone al mondo soffrono di depressione. Sono le stime più aggiornate che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha diffuso in vista della Giornata Mondiale della Salute che quest’anno è dedicata proprio alla depressione. Secondo Margaret Chan, direttore generale dell’Oms, “questi numeri sono una sveglia perché tutti i Paesi rivedano il proprio approccio alla salute psicologica e questa venga trattata con l’attenzione necessaria”. Troppo spesso, però, la paura dello stigma sociale e i pregiudizi spaventano chi ne soffre, rendendo più difficile la richiesta d’aiuto. Per questo motivo la campagna dell’Oms si intitola “Depression: Let’s Talk” (“depressione: parliamone”).
7 April is World Health Day. This year #LetsTalk about #depression, the leading cause of disability worldwide https://t.co/1UnCOCVzN0 pic.twitter.com/RawMpdOi05
— WHO (@WHO) 30 marzo 2017
Ulteriore elemento di preoccupazione per l’Oms è l’accesso alle cure. In molti Paesi non esiste, o è molto limitato, il sistema di sostegno per le persone che hanno problemi di salute psicologica. Perfino nei Paesi più ricchi, circa il 50% delle persone che soffrono di depressione non vengono curate e, mediamente, solo il 3% della spesa sanitaria pubblica è investita in questo settore. Uno sforzo troppo ridotto se, come dice l’Oms, il disturbo depressivo maggiore, il caso più grave, è la quarta causa di disabilità a livello globale.
La situazione italiana
I dati del sistema di sorveglianza della salute pubblica Passi, gestito dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), dicono che gli italiani che presentano sintomi legati alla depressione sono il 6,2% della popolazione. Questa percentuale fa riferimento ai dati raccolti nel monitoraggio 2012-2015 su di un campione rappresentativo della popolazione nazionale, corrispondente a circa 3,7 milioni di italiani.
La situazione italiana è, come spesso accade, variegata sul piano delle regioni. Sopra la media nazionale risultano: Emilia-Romagna (7,5%), Liguria (7,5%), Molise (10,2%), Sardegna (9,4%) e Umbria (8,7%). Con un dato migliore della media: Basilicata (3,4%), Marche (4,8%), la provincia autonoma di Bolzano (4,6), quella di Trento (4,2%), Puglia (4,4%) e Veneto (5,6%). Tutte le altre regioni presentano risultati che oscillano attorno a quello nazionale.
La depressione, come ricorda l’Oms, è una condizione che può colpire indifferentemente rispetto all’età, alla condizione economica, al sesso e alla propria storia di vita. A seconda del fattore preso in considerazione, dunque, anche in Italia la distribuzione varia in modo consistente.
Per esempio, sempre guardando al lavoro fatto dal sistema Passi, le donne italiane a soffrire di depressione sono l’8% contro il 4,5% degli uomini. Se guardiamo al fattore età, sono più colpiti i soggetti più fragili, quelli di età compresa tra i 50 e i 69 anni (8,1%), mentre tra gli adulti (35-49 anni) ne soffre il 5,8% e tra i giovani (18-34) il 4,4%.
Un dato significativo è il rapporto tra manifestazione dei sintomi di depressione e livello di istruzione, che nel nostro Paese è inversamente proporzionale, segno che l’educazione può dare strumenti in più per riconoscere i sintomi e potenzialmente agevolare la richiesta di aiuto. Si passa, infatti, dal 12,5% tra coloro che hanno una licenza elementare o nessuna scolarizzazione, al 7,4% di chi ha un diploma di scuola media inferiore, al 5,2% di chi ha un diploma superiore, fino al 4,2% dei laureati.
La depressione e la salute fisica
A preoccupare l’Oms è anche la relazione tra salute psicologica e salute fisica. Chi soffre di depressione, infatti, è più a rischio di cattiva salute fisica. In particolare, c’è un rapporto molto forte tra depressione e altre patologie, come per esempio il diabete e le cardiopatie. Ma, sottolinea l’Oms, è vero anche il contrario: chi soffre di cuore o ha il diabete ha un rischio maggiore di cadere nella depressione. Difficile perciò stabilire un rapporto di causa-effetto.
Secondo i dati di Passi, per esempio, chi presenta sintomi di depressione dichiara di avere avuto mediamente 8,6 giornate di cattiva salute fisica nel mese precedente all’indagine. Coloro che non soffrono di disturbi legati alla depressione ne dichiarano solamente 1,4: oltre sei volte di meno.
Anche in questo caso la distribuzione regionale è variegata, seppure meno rispetto all’incidenza. I dati, infatti, raccontano che tra coloro che soffrono di depressione, solo il Molise (2,9 giorni) fa nettamente meglio della media nazionale. Questo dato, però, è perlomeno in apparente contraddizione con l’alto tasso di persone affette da depressione in questa regione. La situazione peggiore è invece registrata in Sardegna, con 11,4 giorni di cattiva salute fisica.
La depressione è anche un importante fattore di rischio per quanto riguarda il suicidio. E questo, sottolinea Shekhar Saxena, il direttore del Dipartimento di Salute Mentale dell’Oms, vale non solo per chi vive nei Paesi economicamente più avanzati ma anche “per le più remote popolazione del mondo”. Lo mostra la mappa del tasso di suicidi nel mondo (calcolati su 100 mila abitanti), in cui i dati peggiori raccolti dalla stessa Oms nel 2012 arrivano da Guyana (44,2 suicidi ogni 100 mila abitanti), Corea del Sud (28,9), Sri Lanka (28,8), Lituania (28,2), Suriname (27,8) e Mozambico (27,4).