Pistoia - Sono circa seicentomila i malati di Alzheimer in Italia. Una cifra che e' destinata ad aumentare a causa dell'invecchiamento della popolazione nei prossimi anni. Sono queste le cifre, elaborate dall'Associazione Italiana Malattia di Alzheimer (Aima) e dal Censis che sono state presentate a Pistoia dove sta per aprire i battenti il 7mo Convegno nazionale sui Centri Diurni Alzheimer. In Toscana siamo a quota 84 mila, a Pistoia 7000. Il bilancio economico e' terrificante: 12 miliardi all'anno, di cui 8 a carico delle famiglie. Secondo recenti studi epidemiologici e rilevazioni statistiche, in vari paesi europei e in Usa l'incidenza del rischio Alzheimer nelle nuove generazioni di anziani sembra diminuire sensibilmente. Non e' chiaro se sia dovuto a maggiori attenzioni ai problemi cardiovascolari, a un piu' sano stile di vita e al loro piu' alto livello intellettuale. Sono fenomeni che evidenziano l'importanza della prevenzione. Gli stessi autori delle ricerche invitano pero' alla cautela spiegando che, se ci si ammala meno, nei prossimi decenni e' comunque previsto un aumento dei casi del 400 per cento a causa dell'invecchiamento della popolazione. Poiche' dall'Alzheimer non si guarisce, senza strategie globali il sistema e' destinato al collasso. "Sono allo studio vari tipi di vaccino", dice Giulio Masotti, presidente onorario della Societa' italiana di Geriatria e Gerontologia, "ma oggi possiamo contare solo su farmaci e terapie capaci di rallentare il decorso del male. C'e' che l'ampiezza del fenomeno e' ormai tale che non e' piu' possibile fingere di non vedere. Sono cifre da stato d'emergenza, come per un'alluvione. Quindi il problema va aggredito con armi adeguate, grandi investimenti nella ricerca e nelle strutture di terapia e assistenza, oltre a garantire alle famiglie un conveniente supporto. Non possiamo continuare a lasciar soli la maggior parte dei malati. Dobbiamo tutelare la loro dignita'". (AGI)