Londra - Un ormone intestinale può piu' che raddoppiare il rischio di una persona di diventare obesa. Si tratta della neurotensina, che rallenta il metabolismo e che quindi induce il corpo a bruciare meno calorie. La scoperta, fatta da un gruppo di ricercatori della Kentucky University, potrebbe portare alla realizzazione di una pillola o di un'inizione che riduce la neurotensina, aiutando cosi' a combattere l'obesità. Lo studio, pubblicato sulla rivista Nature, è stato condotto su 4.632 uomini e donne svedesi. I partecipanti con piu' alti livelli di neurotensina sono stati quelli con il doppio delle probabilità di essere obesi nella mezza età, rispetto a quelli con livelli piu' bassi dell'ormone. La neurotensina controlla l'appetito e viene rilasciata dall'intestino dopo un pasto. L'ormone è stato collegato anche allo sviluppo del cancro al seno, del diabete e delle malattie cardiache. Questo, invece, è il primo studio a trovare un legame con l'obesità. Ora i ricercatori sperano di utilizzarlo come bersaglio per i trattamenti dell'obesità. Hanno infatti già dimostrato che i topi con una carenza di neurotensina sono maggiormente protetti dall'obesità e dal diabete, compresi quelli alimentati con una dieta ricca di grassi. Ulteriori esperimenti condotti sui topi e sui moscerini della frutta hanno permesso di scoprire che l'ormone inibisce l'attività di un enzima chiave chiamato AMPK, che regola il metabolismo. Si ritiene che questo "percorso molecolare" sia frutto dell'evoluzione in quanto favorirebbe l'assorbimento efficace dei grassi ingeriti. "Tuttavia, con l'abbondanza di grassi nella tipica dieta occidentale, la neurotensina può avere un effetto dannoso e contribuire a una maggiore obesità e allo sviluppo di disturbi metabolici correlati", ha detto Mark Evers, uno degli autori dello studio. .