Washington - Un gruppo di ricercatori dell'University College di Londra ha scoperto un nuovo modo per "indirizzare" e spingere il sistema immunitario a uccidere i tumori. Si tratta di un nuovo metodo che consente di individuare i segni unici all'interno di un tumore, ovvero il suo "tallone d'Achille", che potrebbero aiutare a "indirizzare" le difese naturali del corpo a combattere la malattia. La scoperta e' stata descritta sulla rivista Science e potrebbe rivoluzionare l'immunoterapia oncologica.
Il metodo proposto potrebbe essere costoso e non e' stato ancora testato sui pazienti. Ma i ricercatori sono convinti che possa funzionare e sperano di effettuare i primi test sui pazienti entro i prossimi due anni. Secondo gli studiosi, tutti i tentativi fatti finora per indirizzare le difese del corpo verso il tumore, uccidendolo, hanno fallito perche' sbagliavano bersaglio. Il problema e' che i tumori non sono costituiti da cellule identiche e questa varieta' impedisce al sistema immunitario di attaccare la malattia. L'eterogeneita' del tumore, secondo i ricercatori, inizia da una specie di "tronco" dalla quale poi si diramano mutazioni in diverse direzioni. Il nuovo studio ha sviluppato un modo per scoprire le mutazioni del "tronco" che cambiano gli antigeni, ovvero le proteine che sporgono dalla superficie delle cellule tumorali. Individuando gli antigeni potrebbe aiutare a "indirizzare" piu' efficacemente il trattamento immunoterapico. "Questo e' eccitante", ha detto Charles Swanton, uno degli autori dello studio. "Ora siamo in grado di dare priorita' e mirare agli antigeni dei tumori, presenti in ogni cellula, il tallone d'Achille di questi tumori altamente complessi", ha aggiunto. "Questo e' davvero affascinante - ha proseguito lo scienziato - e conduce la medicina personalizzata al suo limite assoluto, dove ogni paziente avrebbe un unico trattamento unico fatto su misura". Due gli approcci suggeriti da questo innovativo approccio alla medicina personalizzata. Il primo consiste nello sviluppare vaccini anti-cancro per ogni paziente, allenando il sistema immunitario a individuarli. Il secondo e' quello di individuare le cellule immunitarie che gia' colpiscono quelle mutazioni, moltiplicarle in laboratorio e iniettarle nuovamente nell'organismo. (AGI)