(AGI) - Roma, 26 mag. - Non solo e' inutile ma anche dannoso isolare la federazione russa, che invece va coinvolta per le gradi sfide e che rimane un grande partner dell'Unione europea". Lo dice l'ambasciatore italiano a Mosca, Cesare Ragaglini, partecipando al IV seminario di 'Eurasia' a Roma. Ragaglini ha premesso che tra Roma e Mosca ci sono "rapporti antichi e profondi e che anche nei momenti di maggiore crisi non hanno mai intaccato i fondamentali. Nonostante la crisi che attraversa in questo momento la Russia, legata al calo del prezzo del petrolio, alla svalutazione rublo e alle tensioni geopolitiche, la fiducia delle imprese italiane nel mercato russo non e' mai venuta meno. Imprenditori italiani hanno della Russia una visione strategica di lungo periodo. Non solo non hanno lasciato la Russia, ma hanno investito anche nei momenti piu' difficili".
"In questo momento il nostro export sta diminuendo, occorre pensare a qualcosa di diverso - ha aggiunto - il governo russo sta andando verso una diversificazione dell'economia, verso la creazione di una industria russa che oggi manca. La Russia e'' ricca di risorse naturali, a cominciare dagli idrocarburi, ma da sola non e' in grado di determinare il prezzo del petrolio, e nel momento cui il petrolio e' passato da oltre da 100 dollari al barile a 30 dollari, questo ha creato ovviamente degli scompensi. Quindi il governo russo sta cercando di diversificare la sua produzione e le imprese italiane possono svolgere in questo un ruolo essenziale. La mia opinione e' che quando la soluzione sara' normalizzata, non torneremo comunque a livello di export del 2013 quando esportammo per quasi 13 miliardi di euro, ma potremo di certo fare la nostra parte". Secondo l'ambasciatore a Mosca, che ha ricordato come l'ambasciata abbia pubblicato una sorta di guida vademecum di 30 pagine con le informazioni necessarie alle imprese che vogliono sbarcare in Russia, le imprese italiane "devono investire in Russia, ne vale la pena. E' un paese di 150 milioni di abitanti, sia il governo centrale che quelli regionali offrono incentivi fiscali, e infrastrutturali". (AGI)