(AGI) - Mosca, 7 giu. - Il Forum economico di San Pietroburgo
(Spief), con la visita del premier Matteo Renzi e la presenza
di una folta delegazione di alto profilo del business italiano,
"non sara' un punto di arrivo, ma di partenza per sostenere una
sempre maggiore e qualificata presenza delle nostre imprese in
questo paese". A parlare e' l'ambasciatore a Mosca Cesare Maria
Ragaglini, che in un'intervista ad AGI ha anticipato che nella
ex capitale degli zar si attende la firma di "una serie di
accordi e memorandum di carattere industriale" nei settori su
cui sara' concentrata la nostra partecipazione: meccanica-alta
tecnologia, energia, agro-industria, infrastrutture e finanza.
"Abbiamo grosse collaborazioni che, in queste settimane, si
stanno sviluppando tra aziende italiane e russe anche statali.
- ha aggiunto - Leonardo-Finmeccanica ha in discussione il
contratto con Rosneft per la fornitura di 160 elicotteri (AW
189)", assemblati in Russia nella joint-ventre tra la
controllata AgustaWestland e Russian Helicopters. "Abbiamo
fatto passi in avanti, ma si tratta di un contratto complesso,
ma dove la maggior parte dei problemi sono stati superati".
Leonardo-Finmeccanica sara' tra le aziende protagoniste a
San Pietroburgo e lo dimostra anche la sua sponsorizzazione del
Padiglione Italia, realizzato dalla Associazione Conoscere
Eurasia, in collaborazione con l'ambasciata. Finmeccanica, con
la partecipazione al progetto Superjet 100 (SSJ100) - nella
joint venture tra la controllata attraverso Alenia Aermacchi e
la russa Sukhoi - e' portata dall'ambasciatore come esempio
delle "collaborazioni particolarmente importanti e
significative", con cui l'Italia arriva allo Spief. Il fatto
che la societa' guidata da Mauro Moretti abbia ridotto la sua
presenza finanziaria dal 25 al 5% nella joint-venture SuperJet
International, per l'ambasciatore non e' un segnale di
disimpegno: "Si tratta di una scelta finanziaria, ma la
collaborazione tecnica, che e' la piu' importante, rimane
intatta". Il messaggio, che ambasciata e governo
vogliono rilanciare dallo Spief, e' che mai come ora e'
necessario fare "un salto di qualita' nella cooperazione
economico-industriale" e cogliere le opportunita' offerte da
questa fase dell'economia russa, tesa allo sviluppo del sistema
produttivo nazionale, nel tentativo di smarcarsi dalla
dipendenza dall'import. "La politica del governo russo di
modernizzare la propria economia si sposa perfettamente con le
nostre capacita' tecnologiche e il know-how che molte aziende
italiane possiedono e, tenendo conto degli importanti incentivi
che offrono il governo federale e quelli regionali, riteniamo
che ci siano interessanti possibilita' di investimento", ha
sottolineato il diplomatico, ricordando che l'ambasciata ha da
poco redatto una "guida agli investimenti" proprio per
indirizzare gli imprenditori interessati a questo mercato.
A differenza di altri paesi europei, con un Dna piu'
industriale e che "affrontano il mercato come sistema paese",
il tessuto imprenditoriale italiano e' "caratterizzato da
piccole e medie aziende con problemi finanziari a investire
all'estero", ha fatto notare Ragaglini, consigliando cosi' alle
Pmi di "associarsi" e proporsi ai partner russi coprendo una
filiera produttiva completa, cosa per esempio realizzabile nel
comparto dell'agroindustria. L'ambasciatore ha poi voluto
ricordare che non solo la Russia, ma anche l'Italia mette a
disposizione degli strumenti di aiuto alle imprese come quelli
per il credito all'estero forniti da Sace, Simest e dai vari
fondi d'investimento delle banche; "l'ambasciata rimane poi a
disposizione per consigliare le imprese nella scelta del
progetto, del partner e nei contatti con le autorita' locali,
perche' la Russia richiede un approccio meditato". Chi ha gia' sfruttato con successo la
nuova realta', e' la societa' Termomeccanica Pompe, che a
Chelyabinsk sugli Urali, in joint-venture con la russa
Transneft e la Konar, ha realizzato uno stabilimento per la
progettazione e la produzione di pompe per il trasporto del
petrolio. "E' una joint-venture non solo particolarmente
proficua, con ordini per centinaia di milioni di euro, ma che
avra' anche degli altri sviluppi", ha spiegato l'ambasciatore,
aggiungendo che "altre aziende italiane nei settori della
meccanica, elettromeccanica, agroalimentare, farmaceutica e
medico stanno gia' valutando investimenti in Russia".
Le statistiche pero' sono impietose e la Russia ha
registrato un -25% del totale dell'interscambio con il resto
del mondo. "Si tratta di un dato su cui c'e' poco da fare,
meglio concentrarci sul fatto che quest'anno abbiamo avuto una
flessione del nostro export del 13% , che e' inferiore rispetto
al dato dello stesso periodo del 2015 (21%), vuol dire che
stiamo riguadagnando". "Ora si tratta di lavorare per mantenere
le quote di mercato, ma questo oggi non si puo' piu' fare solo
con l'esportazione", con il Cremlino che ha lanciato
un'ambiziosa politica di import substitution in quasi tutti
principali settori della sua economia, "Sono necessari
investimenti e collaborazione industriale - ha concluso
Ragaglini - altrimenti andremo ben al di sotto dei massimi
livelli che avevamo raggiunto nel 2013". (AGI)
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