(AGI) - Roma, 26 mag. - "Le sanzioni contro la Russia non frenano l'Unione economica eurasiatica che avanza verso Est e Medio Oriente alla ricerca di nuovi mercati di sbocco, contribuendo a definire una nuova mappa geoeconomica. E se le ripetute tensioni con il Paese-motore del mercato eurasiatico frenano le esportazioni italiane e quelle europee, i cinque Stati dell'Unione, non solo proseguono velocemente verso riforme comuni all'insegna di una maggiore competitivita', ma incassano accordi commerciali strategici e funzionali alla crescita con i principali partner globali come Cina, India, Israele e Iran". Cosi' il presidente dell'Associazione Conoscere Eurasia e di Banca Intesa Russia, Antonio Fallico, ha aperto a Roma i lavori del 4� Seminario eurasiatico, organizzato da Conoscere Eurasia, Forum Economico internazionale di San Pietroburgo e Roscongress in collaborazione con Intesa Sanpaolo, Banca Intesa Russia e lo Studio legale Gianni Origoni Grippo Cappelli & Partners.
Sul fronte dei dati, ha aggiunto Fallico, "l'interscambio 2015 tra Italia e Unione economica eurasiatica (Uee; Russia, Bielorussia, Kazakistan, Armenia e Kirghizistan) ha ceduto il 18,3% rispetto all'anno precedente, fermandosi a 25,1 mld di euro. A contribuire negativamente sia il calo delle importazioni (-15,9%), ma soprattutto delle nostre esportazioni che hanno sfiorato gli 8,4 miliardi di euro, in flessione del 22,7%. Un dato, questo, trascinato al ribasso dal sistema sanzionatorio contro la Russia e dalle conseguenti contro sanzioni. Secondo i dati Istat elaborati da Conoscere Eurasia, infatti, nel 2015 le esportazioni italiane verso Mosca hanno perso quasi 2,4 miliardi di euro sull'anno precedente, bloccandosi a 7,1 miliardi di euro (-25,2%)." (AGI)
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