(AGI) - Mosca, 18 mag. - Le nuove condizioni del mercato dettate dalla crisi economica e dalle sanzioni occidentali e l'aumento della richiesta di prodotti 'made in Russia' hanno reso ormai indispensabile agli investitori stranieri valutare la localizzazione industriale. Sulla base di questa convinzione, Confindustria Russia sta portando avanti una serie di seminari tecnici, di cui l'ultimo oggi a Mosca e' stato dedicato a "Teoria e pratica della localizzazione". Il presidente dell'associazione d'imprese, Ernesto Ferlenghi, ha ricordato che vi sono gia' "casi di successo", rappresentati da joint-venture private italo-russe, in cui il partner italiano entra con investimenti non eccessivi e trasferimento di know-how e quello russo porta capacita' contrattuale e spesso anche finanziamenti. E' il caso delle joint-venture della Konar di Chelyabinsk con Cimolai e Termomeccanica Pompe.
Anna Fedorova, manager del progetto YT Industrial Park di San Pietroburgo, ha analizzato i criteri per la selezione del sito, con particolare attenzione alla scelta dei parchi industriali. Sia l'opzione brownfield (riconversione di impianti gia' esistenti), che greenfield (la creazione di stabilimenti da zero) richiedono particolari accortezze: nel primo caso, "e' fondamentale verificare tutta la documentazione giuridica", nel secondo e' importante "sentire l'esperienza di societa' gia' operanti nella zona".
In generale non va trascurata la vicinanza dell'eventuale parco industriale a reti di comunicazione, soprattutto su rotaia. Sia per la Fedorova che per ?lga Arkhangelskaya del settore immobili e infrastrutture di Ernst & Young, e' importante rivolgersi agli enti preposti al servizio degli investitori esteri in Russia. "Non vi e' un unico sportello" ha ammesso la Arkhangelskaya - la quale ha parlato di un processo lungo, che puo' andare dai tre ai cinque anni, per vedere operativo un impianto greenfield - invitando a rivolgersi all'Associazione parchi industriali e ai giusti consulenti, anche per quanto riguarda l'aspetto relativo ai trend del mercato, altro fattore importante nel valutare una delocalizzazione. In Russia viene data sempre piu' attenzione alle politiche ambientali, ha avvertito la Fedorova, secondo la quale "anche nel caso della creazione di un semplice centro logistico" va posta attenzione agli standard richiesti.
Non e' secondario, a detta della Arkhangelskaya, anche l'aspetto "sociale" dell'investimento, che "spesso diventa il carattere principale per realizzare il progetto": la vicinanza del sito a scuole per stranieri, nel caso si voglia portare personale dall'estero; la situazione della forza lavoro nella regione scelta; la possibilita' di assistenza medica. A suo dire, in questo momento, grande attrattiva sugli investitori stranieri, soprattutto asiatici, e' esercitata dal cosiddetto Lontano Oriente russo per via di particolari agevolazioni fiscali e i bassi costi dei terreni. "La Russia centrale" rimane quella, dove si concentrano i maggiori investimenti privati esteri, ha sottolineato Arkhangelskaya citando l'agroalimentare, la chimica, i materiali per le costruzioni, l'industria del legno e la metallurgia tra i settori principali. Gli errori da evitare? Secondo la partner di Ernst & Young sono: "Un insufficiente studio preliminare delle procedure di localizzazione, non calcolare le priorita' delle politiche regionali e non usufruire delle agevolazioni fiscali e delle vie preferenziali previste dal governo federale o locale". (AGI)
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